Allievo a Venezia di Tiziano e maestro a Milano di Caravaggio, Simone Peterzano fu tra i protagonisti della cultura artistica della seconda metà del XVI secolo e oggi uno studio della sua vicenda potrebbe raccontare l’ultimo grande mistero della storia dell’arte, quello dei primi anni di Caravaggio.

La mostra di Accademia Carrara a Bergamo, a cura di Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani e M. Cristina Rodeschini, fino al 17 maggio racconta il talento di un pittore poco conosciuto e pone, grazie a importanti prestiti, nazionali e internazionali, lo sguardo verso un capitolo straordinario della pittura tra Cinquecento e Seicento, per dare alcune risposte dalle opere del maestro Tiziano, a esempi della pittura veneta con Veronese, Tintoretto, Parrasio Micheli, Bernardino Licinio e Paris Bordon, dalle opere di Caravaggio alla pittura lombarda con Antonio Campi, Giovan Ambrogio Figino e Giovanni da Monte.

Un percorso espositivo che, grazie a varie testimonianze, come l’edizione veneziana del 1568 dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e le Rime di Giovan Paolo Lomazzo del 1587, permette immergersi nella cultura, nei gusti, nelle tendenze di un’epoca, in un viaggio e di scoperta.

Sono nove le sezioni, la formazione e la giovinezza di Simone Peterzano, all’ombra di Tiziano; iconografia della musica; soggetti erotici; Angelica e Medoro, echi e riflessi letterari; Peterzano e la pratica del disegno tra Veneto e Lombardia; l’arrivo a Milano: le pale per i Barnabiti; la Milano di Carlo Borromeo; l’affermazione lombarda di Peterzano e Michelangelo Merisi da Caravaggio.
Peterzano si formò a Venezia, anche se la famiglia era di origini bergamasche e una volta a Milano portò con sé l’amore per il maestro, i riferimenti culturali, i temi sacri e profani, le suggestioni di luce e colore vivace della pittura veneziana.

A Milano Peterzano fu una novità rispetto ai colleghi presenti nel territorio e in poco tempo ebbe importanti commissioni, oltre ad avere allievi come il giovane Caravaggio, mentre il suo linguaggio vide una serie di soluzioni dello stile pittorico lombardo, nell’ottica controriformista di Carlo Borromeo, analizzato da studiosi come Roberto Longhi e Mina Gregori per le sovrapposizioni tra le opere autografe di Peterzano e dei pittori suoi lombardi coetanei.

Protrattasi fino agli anni Settanta del Cinquecento, la stagione veneziana di Peterzano fu a lungo trascurata negli studi, per l’assenza di opere datate o documentate.

Le ricerche degli ultimi decenni hanno smesso a fuoco il carattere fondamentale di quell’esperienza, assegnando agli anni lagunari del pittore un nucleo piuttosto consistente di dipinti, influenzati dal maestro e dalla cultura artistica veneta.

Orari: la mostra è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 18 (ultimo ingresso individuale alle 17.15, gruppi alle 16.45) e sabato e domenica dalle 9.30 alle 19 (ultimo ingresso individuale alle 18.15, gruppi alle 17.45). Chiuso il martedì.