Dall’11 al 14 aprile del 1935, Stresa ebbe tutti gli occhi del mondo puntati addosso, era il centro della politica mondiale. Si tenne infatti un incontro internazionale che poteva cambiare le sorti del mondo da lì a venire e probabilmente evitare, o quando meno attenuare, la seconda guerra mondiale. Fu di fatto l’ultimo tentativo comune di fermare l’ascesa della Germania nazista.

S’incontrarono nel Golfo Borromeo, in funzione anti-tedesca i capi del governo e i ministri degli Esteri di Italia (Benito Mussolini), Inghilterra (Ramsay MacDonald e John Simon) e Francia (Pierre Laval con Pierre Etienne Flandin), per cercare di fare fronte comune in seguito alle minacce alla sovranità dell’Austria e alla denuncia delle violazioni delle clausole militari del Trattato di Versailles da parte della Germania di Hitler. I tedeschi, oltre alle mire sull’Austria, stavano infatti ricostituendo la propria forza militare di terra e aerea incrementando notevolmente il proprio esercito, aumentandolo di quattro volte, in contrasto con quanto stipulato a Versailles, al termine del primo conflitto mondiale.

La conferenza condannò ogni rottura unilaterale dei trattati, riconfermò gli obblighi di garanzia dell’Accordo di Locarno del 1925. Ribadì le dichiarazioni in favore dell’indipendenza austriaca che negli intenti delle tre nazioni “avrebbe dovuto continuare a ispirare la loro politica comune”. Si formò così il cosiddetto “Fronte di Stresa” in cui tre parti, si dichiararono pronte a reagire a ogni futuro tentativo da parte della Germania di modificare o violare il Trattato di Versailles.

La linea più dura era sostenuta da Mussolini, mentre l’Inghilterra preferì tenere un atteggiamento morbido e accondiscendente verso Hitler, non ritenendo del tutto infondate le pretese “revisionistiche” del dittatore nazista e per non danneggiare le trattative anglo-tedesche già contemporaneamente in corso sottotraccia da tempo. Questi tentennamenti, il doppiogiochismo inglese e la mancata volontà nel voler stabilire una linea precisa e netta di condotta nei confronti della Germania nazista contribuirono al sostanziale fallimento del “Fronte di Stresa”.

Fronte che fu però rotto poco dopo (3 ottobre) dallo scoppio del conflitto italo – etiopico che portò alle conseguenti sanzioni della Società delle Nazioni contro l’Italia, costringendola all’autarchia e poi all’avvicinamento alla Germania.

In quei giorni che andarono dall’11 al 14 aprile del 1935, Stresa era veramente il centro del mondo, politici, banchieri e loro seguiti erano sul Verbano. La città e i suoi dintorni erano affollati anche dai corrispondenti dei principali giornali internazionali, occupando le pagine dei giornali, dei cine-giornali e delle radio di tutto il mondo.

Stresa e il circondario furono mobilitati in ogni realtà, la città e il territorio vennero tirati a lucido come non mai. Lavori che iniziarono diverse settimane prima dell’evento videro la popolazione locale e i proprietari di case di villeggiatura impegnati, con l’obbligo delle finestre spalancate, dei balconi fioriti e imbandierati e, di notte, le facciate delle case dovevano essere illuminate durante i giorni dell’evento. Alcuni misero anche a disposizione storiche ville per gli ospiti di alto livello.

La rappresentanza franco-inglese si stabilì al Gran Hotel Des Iles Borromees, mentre tutte le altre delegazioni al Regina Palace Hotel. I tre primi ministri e le loro nutrite delegazioni al seguito, avevano anche il supporto di una trentina di vetture messe a disposizione dalla Fiat.

Per una settimana Stresa fu un tourbillon di luminarie, feste, ricevimenti, concerti, spettacoli pirotecnici.

L’inizio dei lavori avvenne il giorno 11 aprile con una serata di gran gala al Regina Palace Hotel, cui furono invitate centosette personalità con le rispettive famiglie.

L’importanza storica della manifestazione vide ance l’emissione di francobolli: una circolare con la scritta “Stresa Borromeo – Conferenza -11 aprile 1935”, e uno lineare con la dicitura “Stresa Borromeo – Conferenza”.

I tre primi ministri s’incontrarono in un luogo unico per bellezza e prestigio, quel gioiello che è Palazzo Borromeo (di proprietà dei Borromeo, ancora oggi), nella sala della musica che mantiene tuttora l’arredamento usato in quell’occasione, mentre nella vicina sala delle medaglie si tenne il pranzo offerto da Mussolini per un centinaio di ospiti.

Per l’occasione fu realizzato uno speciale attracco all’Isola Bella, immortalato da alcuni filmati dell’istituto Luce.

Come riportano le cronache dei giornali dell’epoca, il prestigioso palazzo dell’Isola Bella fu impreziosito ulteriormente per volontà della famiglia Borromeo con opere d’arte, tra cui quadri di Giorgione, Tiziano, Van Dyck, che si andarono ad aggiungere alla collezione di tesori normalmente ospitata. A complemento ulteriore i Borromeo, dettero il tocco finale, mettendo a disposizione anche ben sessanta inservienti in storiche livree secentesche e settecentesche.

La delegazione britannica giunse in aereo, mentre quella francese direttamente a Stresa in treno da Parigi con una delle tratte dell’Orient Express il Simplon, ma l’arrivo più spettacolare fu quello di Mussolini.

Arrivò direttamente a Stresa con l’idrovolante passando dall’aeroporto di Lonate Pozzolo (campo militare della Promessa Busto Arsizio, la prima Malpensa), dove atterrò pilotando un trimotore partito alle ore 8.50 dal campo di Ronco (Forlì). Si recò quindi in visita ai capannoni della Caproni (attuale Volandia a Malpensa), proseguì poi per la visita alla Siai Marchetti di Sesto Calende, dove visitò anche la Società Idrovolanti Savoia e il relativo aeroporto. Mussolini pilotando proprio un idrovolante Savoia Marchetti mod. S66, si diresse quindi a Stresa, terminando il breve volo alle ore 12, scendendo dove oggi sorge la stazione della funivia del Mottarone, da lì poi arrivò all’Isola Bella in motoscafo.

Al termine della Conferenza di Stresa fu siglato un accordo, che avrebbe dovuto evitare il rischio di una nuova guerra mondiale: una copia è ancora esposta nella sala della musica nel Palazzo Borromeo sull’Isola Bella.