Tra i dolci pasquali, la colomba, per la bontà dell’impasto e la dolcezza della glassa di mandorle, ha visto nascere tante leggende sulla sua origine.

Secondo la tradizione, la colomba pasquale è un dolce nato a Pavia, attorno al 610, quando la regina Teodolinda per Pasqua ospitò un gruppo di pellegrini irlandesi, guidati da San Colombano.

La sovrana offrì agli ospiti una ricca mensa, ma il santo, poiché era il periodo della Quaresima, rifiutò e, benedicendo la selvaggina, la trasformò in bianche colombe, dolci come la primavera.

Una seconda leggenda racconta che nel 572, ai tempi del re Alboino, dopo tre anni di assedio a Pavia i cittadini, per evitare la furia del sovrano, gli regalarono soffici dolci a forma di colomba. Quel gesto di pace evitò il saccheggio e valse a Pavia il titolo di capitale del nuovo regno.

Una terza leggenda fa risalire l’origine della colomba alla battaglia di Legnano del 1176, con la vittoria dei Comuni della Lega Lombarda sull’Imperatore Federico Barbarossa.

Si dice che un condottiero del carroccio vide due colombi posarsi sopra le insegne della Lega, incuranti dell’avvicinarsi della battaglia e, per dare coraggio ai suoi uomini, fece confezionare dai suoi cuochi dei pani a forma di colomba, a base di uova, farina e lievito.

Queste leggende fanno capire che fin dall’Alto Medioevo c’erano dolci pasquali a forma di colomba, come le versioni della cuddura con le uova siciliana, in cui all’impasto dolce erano abbinate delle uova sode.

La colomba di oggi ha origini legate alla Milano degli anni Trenta, quando Motta, grazie all’artista e pubblicitario mantovano Dino Villani, ideatore del concorso che divenne poi Miss Italia, ebbe l’idea di usare gli stessi macchinari che l’azienda utilizzava per produrre il panettone, per creare un nuovo dolce, proprio la colomba di Pasqua, con un impasto fatto di farina, acqua, latte e lievito, fatto poi lievitare per un paio d’ore, per poi aggiungere farina, zucchero e burro, sempre da far lievitare per un’ora e mezza.

Dopo aver unito farina, burro, uvetta, uova, zucchero, sale, vaniglia e arance candite al precedente impasto e averlo fatto lievitare per 16 ore, lo si sistema in uno stampo a forma di colomba, lo si copre con una glassa preparata con farina e amido di mais, albume, zucchero di canna, mandorle e nocciole, per poi farlo cuocere in forno.

Una diversa  versione della colomba esiste in Veneto ed è una variante della fugassa o focaccia veneziana con la forma di una colomba, basata su un impasto con farina, lievito madre, uova, zucchero, burro, miele, sale, vaniglia, burro di cacao, mandorle, nocciole ermelline, amido di mais e frutta candita, glassato con mandorle, nocciole ermelline, amido e albume.

La colomba veneta è senza dubbio nata a Verona alla fine dell’Ottocento, come l’ideale dimostrazione che, anche prima dell’idea Dino Villani, i dolci a forma di colomba in Italia erano ben conosciuti.