A Ulassai, tra i monti della Sardegna, c’è un museo che racconta parte dell’arte del Novecento…

Il museo a cielo aperto Maria Lai ha le sue radici nell’operazione comunitaria Legarsi alla montagna del 1981, una performance di Land Art dove furono legate tutte le case del paese attraverso 27 km di stoffa celeste.

Ora questo progetto, portato a compimento del Museo d’Arte contemporanea la Stazione dell’arte, racconta non solo la figura di Maria Lai, ma anche altri artisti sardi come Costantino Nivola, Luigi Veronesi, Ettore Consolazione, Guido Strazzi, Battore Balloi, Nicola Mucillo, che nel corso degli anni hanno lavorato sul tessuto sociale e antico del paese e anche sulle campagne, sulla natura e sull’imponenza delle rocce, con La scarpata, La strada del rito, Il muro del groviglio, Pastorello mattiniero con capretta, mentre altre installazioni sono dentro l’antico Lavatoio comunale.

Il lavatoio di Ulassai, costruito tra il 1903 e il 1905 su un progetto di Ernesto Ravot, è una costruzione a forma di parallelepipedo conclusa da una cornice e nella facciata principale sono collocate tre aperture ad arco, forma poi ripetuta sulla cornice in corrispondenza della finestra centrale.

All’interno sono visibili due file di vasche separate da un muro, completate dall’intervento di Costantino Nivola e Maria Lai, mentre all’esterno su ciascuno dei lati sono visibili due arcate con altrettante fontane realizzate da Luigi Veronesi e Guido Strazza.

La Stazione dell’arte è il punto di arrivo del progetto che Maria Lai e il paese di Ulassai hanno coltivato per oltre un trentennio, per donare al comune una parte significativa della ricerca di quest’artista, oggi esposta negli spazi della Fondazione.

Il museo possiede la più ampia collezione, centocinquanta opere, della Lai, realizzate con tecniche e materiali diversi come terrecotte, telai, ceramiche, tele e libri cuciti, ma si occupa anche dell’organizzazione di mostre, laboratori ed eventi artistici per promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea.

Ma chi era Maria Lai?

Nata a Ulassai nel 1919, figlia di Giuseppe e Sofia Mereu, Maria era la seconda di cinque figli. Durante l’infanzia, per la sua salute cagionevole, nei mesi invernali la Lai andava dal paese di Ulassai alla pianura di Gairo, ospitata dagli zii, noti imprenditori agricoli, e fu lì che inizio a interessarsi all’arte.

Nel 1939 Maria s’iscrisse al Liceo Artistico di Roma, dove conobbe Angelo Prini e Marino Mazzacurati, che videro in lei un segno già maturo, estremamente essenziale e rapido.

Trasferitasi a Venezia nel 1943, la Lai s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti, dove frequentò un corso di scultura tenuto da Arturo Martini e Alberto Viani.

Nel 1945 Maria tornò in Sardegna in modo rocambolesco, viaggiando su delle scialuppe di salvataggio dirette dal porto di Napoli a quello di Cagliari.

Sull’isola restò sino al 1954, mentre insegnava Disegno presso le scuole elementari di Cagliari e conobbe lo scrittore e artista Foiso Fois.

Ritornata a Roma nel 1954, tra anni dopo Maria, presso la Galleria L’Obelisco di Irene Brin, tenne la sua prima personale con i disegni a matita dal 1941 al 1954, oltre a aprire un piccolo studio d’arte e avere l’amicizia di Jorge Eduardo Eielson.

Dal 1961 iniziò per l’artista una profonda crisi poetica ed esistenziale che durò per dieci anni, mentre ebbe un rapporto di collaborazione con lo scrittore Giuseppe Dessì, suo vicino a Roma, che la spinse negli anni Settanta a cercare le radici della sua poetica nel mondo mitico sardo.

Gli anni Ottanta per la Lai videro le installazioni effimere, come Legarsi alla Montagna nel 1981 a Ulassai, l’opera più importante della sua vita, La Disfatta dei Varani a Camerino e L’Alveare del poeta a Orotelli cui si affiancarono i Libri cuciti e le mappe astrali di Geografie.

Negli anni Novanta le opere di Maria furono una reinterpretazione del suo percorso che era ormai apprezzato anche a livello internazionale.

Maria Lai negli ultimi anni della sua vita ha vissuto nella casa di campagna vicino al paese di Cardedu, mentre a Ulassai nel 2006 inaugurò il Museo di Arte Contemporanea Stazione dell’arte. Nel 2011 vinse il Premio Camera dei Deputati per i 150 anni dall’unità d’Italia, dove la sua opera Orme di Leggi fu collocata presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari.

La Lai morì a Cardedu il 16 aprile 2013 è oggi è sepolta presso il cimitero di Ulassai.