Ci sono altre novità per il Museo del Duomo-Sacrestia Aperta di Casale dopo la riapertura al pubblico delle scorse settimane.

Infatti, fino alla fine di agosto c’è la piccola mostra Mosaici a distanza allestita nell’Atrio della Cattedrale che ospita le riproduzioni fotografiche delle opere a mosaico-collage realizzate dai piccoli amici del Museo del Duomo nel corso del periodo di quarantena. 

I bambini coinvolti nell’evento hanno risposto all’invito fatto dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi in quelle settimane, riproponendo con la propria interpretazione il mosaico esposto nel Deambulatorio raffigurante la storia di Giona, e inviando poi le loro opere al Museo.

Tutte le opere riproducono un particolare della storia biblica di Giona, scena raffigurata in uno dei mosaici pavimentali esposti nel Deambulatorio della Cattedrale.

Giona era nativo di Gat-Efer, località a cinque chilometri da Nazaret ed era un profeta, pronto ad annunciare la pace e la misericordia divina al suo popolo.

Un giorno Giona ricevette dal Signore: l’ordine di andare a Ninive, la capitale dell’Assiria e predicare contro la malvagità, offrendo ai cittadini la possibilità di riconciliarsi con Dio.

Ma Giona non voleva andare a Ninive, poichè non gli sembrava giusto che a quei barbari Dio potesse fare una grazia nel caso in cui si fossero pentiti, così decise di fuggire, spingendosi verso i confini del mondo.

Allora il Signore scatenò una tempesta impetuosa e, mentre invocavano l’aiuto dei loro dèi, i marinai cercarono di capire la causa di chi fosse quella disgrazia, così Giona spiegò che era in fuga per non eseguire un ordine del suo Dio, poi suggerì all’equipaggio della nave di buttarlo in mare, certo che la tempesta si sarebbe placata.

Dopo qualche esitazione, i marinai fecero come Giona aveva loro suggerito, la tempesta si placò e il profeta fu inghiottito da un grosso pesce, nel cui ventre rimase per tre giorni e tre notti, fino al suo arrivo su una spiaggia.

Subito dopo il Signore parlò ancora a Giona e questa volta il profeta andò a
Ninive e per tre giorni invitò gli abitanti ad avvicinarsi a Dio e a convertirsi.

Colpiti dal messaggio, i Niniviti si pentirono dei loro e Dio fece capire a Giona che il suo amore è riservato a tutti e ascolta chiunque si rivolga a lui con pentimento.

I lavori dei bimbi sono stati fissati su un pannello e collegati tra di loro mediante un filo rosso, simbolo del legame virtuale del lockdown.

La mostra è visitabile negli orari di apertura della Cattedrale.