Alla fine del 1944 gli Stati Uniti dichiararono che il Giappone avrebbe potuto continuare la guerra ancora per mesi causando un gran numero di vittime da entrambe le parti, così, per mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale, gli Usa decisero di utilizzare la bomba atomica nata dal progetto Manhattan. 

Il 6 agosto 1945 l’Enola Gay, con 12 piloti a bordo, prese il volo e alle 8:15 del mattino e sganciò la prima bomba su Hiroshima, detta Little Boy.

Tre giorni dopo, il 9 agosto 1945, fu la volta del bombardamento atomico su Nagasaki, una popolosa cittadina vicino a Tokyo e il 15 agosto 1945 il Giappone accettò la resa incondizionata, mentre l’imperatore dichiarò di non essere più un Dio, ponendo fine a un punto di riferimento della cultura giapponese.

Il numero delle vittime causate dal lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki fu enorme e si stima che vi furono circa 250mila morti, quasi tutti civili.

La prima bomba atomica su Hiroshima causò la morte immediata di 70mila persone e venne rasa al suolo un’area di 11,4 chilometri quadrati, con il 67% degli edifici di Hiroshima completamente distrutti, mentre la seconda bomba atomica su Nagasaki causò la morte immediata di 40mila persone.

Oltre alla morte di migliaia di persone, la bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki portò a una serie di conseguenze terribili che, per lungo tempo, segnarono tutta l’area.

Infatti moltissime persone morirono entro un anno dal lancio della bomba atomica per colpa delle radiazioni e delle bruciature causate e altrettanti giapponesi sono morti negli anni successivi per il cancro o malformazioni alla nascita dovute proprio alle radiazioni rilasciate dalla bomba atomica.

Ogni 6 agosto, si commemorano le vittime della catastrofe nucleare a Hiroshima, cambiata e risorta, ma che porta ancora evidenti i segni della bomba con edifici distrutti e una difficoltà nel mondo rurale legato alle coltivazioni che solo da qualche anno si può dire quasi risolto.

Nel cuore della città c’è un Memoriale della Pace e qui il sindaco della città, dopo un minuto di silenzio, di solito tiene un lungo discorso di commemorazione descrivendo l’agonia delle vittime, esortando i grandi della Terra a non usare le armi nucleari e a non considerarle come una garanzia di pace, poi i cittadini accendono candele e recitano preghiere e canti.