Il futon è il tradizionale letto giapponese, formato da uno shikibuton, cioè il materasso, costituito da diverse falde di cotone avvolte in una fodera e con uno spessore di circa sei centimetri, un kakebuton, cioè il copriletto imbottito e un makura, un cuscino riempito di pula di grano saraceno.

Attualmente si possono trovare in commercio futon realizzati con inserti in fibra di cocco, lattice, lana o altre fibre sintetiche, che si discostano dalla tradizione e che si adeguano alle nuove esigenze dei consumatori, mentre i materassi per il mercato occidentale sono più spessi, ma anche in Giappone esiste l’uso di sovrapporre più shikibuton uno sull’altro per aumentare il comfort.

A differenza dei letti occidentali, i tradizionali giapponesi sono posti direttamente a contatto con il pavimento, ovvero sui tatami, i pannelli rettangolari avvolti in una struttura di paglia intrecciata delle case giapponesi, che garantiscono maggior comodità, morbidezza ed elasticità, come una scelta coerente con l’idea di pulizia della cultura nipponica, dove le scarpe sono lasciate all’uscio e si cammina in casa a piedi nudi.

L’evoluzione del futon è coerente anche con le dimensioni ridotte delle case, poiché molte famiglie giapponesi lo sistemano nelle ore notturne per dormire e il mattino lo ripongono nell’armadio, ripiegato o arrotolato.

Si dice che l’uso del futon in Giappone derivi dall’utilizzo nei tempi passati di stuoie per proteggere le persone più povere dalle irregolarità del terreno durante il riposo, mentre i ricchi dormivano sui tatami.

Lenzuola e coperte iniziarono a essere fabbricate nel XVII secolo, quando si cominciò a riempire i tessuti con cotone e lana, ma la produzione del futon vera e propria iniziò il secolo successivo, con quella del cotone, all’interno dei confini della nazione, anche se il prezzo era molto elevato.

Pare che le persone più ricche si presentassero alle prostitute con questi letti in omaggio e che il rango di queste era determinato dal numero di materassi presenti nelle loro stanze.

Nel XIX secolo, con l’importazione del cotone dai paesi stranieri, il prezzo dei futon fu adeguato alle tasche di tutta la popolazione e il loro utilizzo si diffuse rapidamente.

Le misure standard del futon n Giappone sono 90×200 cm per il singolo e 180×200 cm per il matrimoniale, ma è possibile trovare anche la dimensione a una piazza e mezza di 120/140×200 cm.

Se ci si vuole procurare personalmente uno di questi set esistono alcuni negozi specializzati e alcune catene, come nel colosso Muji, che offre una buona varietà di prodotti a prezzi medi, compresi anche vestiario e altri oggetti per la casa, oltre a Nitori o l’Ikea, con diversi punti vendita in giro per il paese.

Si consiglia di areare il futon al sole regolarmente per far asciugare l’umidità assorbita durante la notte ed evitare così la formazione di muffe e cattivi odori, sempre battendoli con un futon tataki, un attrezzo di bambù simile al battipanni.

Per i periodi piovosi esiste anche il futonkansōki, un elettrodomestico per soffiare aria calda all’interno del materasso giapponese.