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Dalla voce unica, Sandro Ciotti per gli italiani è stato il simbolo per eccellenza del calcio radiofonico e non solo…

Sandro Ciotti nacque a Roma il 4 novembre 1928 ed ebbe come padrino il poeta dialettale romano Trilussa, un caro amico del padre che gli insegnò il gusto per l’ironia.

Il padre, Gino Ciotti, giornalista e collaboratore de Il settebello, morì improvvisamente di setticemia, contratta a causa di una nuotata nel Tevere.

Fin da piccolo Sandro ebbe una grande passione sia per la musica, in particolare per il violino, che per il calcio, che rimarranno costanti per tutta la sua vita.

Cominciò a giocare giovanissimo nelle giovanili della Lazio e nel dopoguerra militò nel Forlì, nell’Anconetana e nel Frosinone ma, dopo essersi laureato in Legge, decise di abbandonare la carriera sportiva, per insegnare italiano ed educazione fisica.

Sandro iniziò a collaborare con vari quotidiani e riviste dal 1954, come La Repubblica, Il Giornale d’Italia e Paese Sera, seguendo anche il Festival di Sanremo del 1954 e diventando amico di Fred Buscaglione e Luigi Tenco, per cui scrisse i testi di alcune canzoni.

Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta lavorò presso la redazione romana di TV sorrisi e canzoni e nel 1958 entrò in Rai come autore di programmi radiofonici.

Il suo debutto come la voce delle radiocronache calcistiche avvenne durante le Olimpiadi di Roma del 1960, nell’incontro che vide contrapposte in campo le nazionali danese e argentina.

A commentare il suicidio dell’amico Luigi Tenco, nel 1967, c’era proprio Ciotti, che realizzò il documentario Morte di Tenco oltre a ideare per la radio le trasmissioni Schermi e ribalte, Novità da vedere, Ciak e Film all’italiana.

La sua voce roca era un segno di riconoscimento, in realtà dovuto a un edema alle corde vocali contratto durante le quattordici ore di diretta sotto la pioggia nelle Olimpiadi messicane del 1968.

Per Ciotti la sua prima conduzione televisiva fu nel 1972, quando gli venne affidata la trasmissione Telecanzoniere su Raidue, che univa ironia e musica, con cantanti come Massimo Ranieri, Domenico Modugno e i Ricchi e Poveri.

Sandro alternò il suo lavoro d’inviato per Tutto il calcio minuto per minuto, con una serie di trasmissioni originali e ironiche, come una dedicata alla tradizione del liscio, oltre a scrivere canzoni come Volo, interpretata da Peppino di Capri, e Veronica, scritta con Enzo Jannacci.

Nel 1976 realizzò come regista il documentario Il profeta del goal, incentrato sulla figura del fuoriclasse olandese Johan Cruijff.

Condusse dal 1986 al 1991 La domenica sportiva al fianco di Maria Teresa Ruta e successivamente vi tenne una piccola rubrica intitolata Il punto di Sandro Ciotti.

Nel 1996, al termine della radiocronaca dell’ultima partita di campionato Cagliari-Parma, annuciò il suo ritiro dal ruolo di radiocronista, rubando solo qualche minuto al termine dell’incontro per ringraziare gli ascoltatori.

Ciotti partecipò poi a Il laureato di Piero Chiambretti, e a La grande prugna di Claudio Malaponte e scrisse la sua autobiografia Quarant’anni di parole, pubblicata nel 1997.

Sandro Ciotti morì a Roma il 18 luglio 2003, a settantaquattro anni, dopo aver commentato trentasette Festival di Sanremo, quindici Giri d’Italia, nove Tour de France, quattordici Olimpiadi, due Campionati mondiali di sci e ben 2.400 partite di calcio, attraverso i microfoni della leggendaria Tutto il calcio minuto per minuto.