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Una donna rimasta nota per un solo romanzo e un film leggendario…

Margaret Munnerlyn Mitchell nacque ad Atlanta l’8 novembre 1900, da Mary Isobel Stephens, una suffragetta di origine irlandese,  ed Eugene Mitchell, avvocato e presidente della Atlanta Historical Society.

La Mitchell crebbe ascoltando storie sulla vecchia Atlanta, sulle eroiche battaglie e sulle ritirate epiche dell’esercito confederato.

Nel 1918 si diplomò presso il Washington Seminary e iniziò gli studi di medicina allo Smith College di Northampton, nel Massachusetts e si innamorò di Clifford Henry, un giovane ufficiale uscito da Harvard e cresciuto nell’alta società, che però morì sul fronte francese durante la Prima guerra mondiale.

Volitiva e ribelle, Margaret aveva ereditato dalla madre l’ingegno acuto, il carattere vivacissimo e gli ideali di emancipazione, ma dovette interrompere gli studi nel 1919 a causa dell’improvvisa morte della madre, tuttavia non si arrese e cominciò a collaborare con l’Atlanta Journal Sunday Magazine, scrivendo recensioni, bozzetti, interviste a personaggi famosi, come Rodolfo Valentino, e biografie dei generali georgiani della Guerra di Secessione.

Nel 1922 sposò Berrien Kinnard Upshaw, detto Red, che si rivelò un uomo violento e dispotico, al punto che nel 1924 la scrittrice ottenne l’annullamento e un anno dopo sposò l’amico John Marsh, agente pubblicitario ed ex giornalista.

Quando subì una grave frattura alla caviglia che la costrinse a rimanere immobile per mesi e mesi, la Mitchell cominciò a scrivere un romanzo a cui lavorò per tre anni, su una donna coraggiosa, Rossella O’Hara, ribelle, appassionata, testarda, innamorata di un uomo che non avrà mai nella Georgia, prima, durante e dopo la Guerra Civile.

L’immenso lavoro terminò nel 1929, ma l’autrice non desiderava farlo pubblicare e lo chiuse in un cassetto: solo il marito e pochi amici ne sono a conoscenza.

Nel 1935 Harold Latham, talent-scout della casa editrice Macmillan, si mise in viaggio attraverso gli Stati Uniti in cerca di promettenti scrittori e ad Atlanta, grazie ad una soffiata di Lois Dwight Cole, direttrice della locale sede della Macmillan e amica dei Marsh, seppe del lavoro di Margaret.

Il romanzo, con il nome di Via col vento, fu pubblicato il 30 giugno 1936, in quattro settimane vendette 180.000 copie e in sei mesi un milione di copie.

L’enorme successo non sfuggì al produttore David O. Selznick, che dal libro trasse un film, con la regia di Victor Fleming, che uscì nelle sale nel 1939 e vinse nove Oscar.

Margaret nel 1937 per Via col vento vinse il premio Pulitzer.

Finita la guerra, si dedicò senza sosta alla gestione del suo capolavoro: rispondendo alle lettere degli ammiratori, curò le edizioni straniere del suo romanzo e si occupò del copyright e della riscossione delle royalties.

La sera dell’11 agosto 1949, un tassista fuori servizio, ubriaco, al volante della sua macchina privata, investì la scrittrice, mentre diretta al cinema con il marito attraversava la Peachtree Street di Atlanta.
Margaret Mitchell morì il 16 agosto 1949 ed è sepolta presso l’Oakland Cemetery di Atlanta.
La sua casa, la Margaret Mitchell House è ora un museo e centro culturale che promuove iniziative speciali al mondo di Gone with the Wind.