Un attore che, dal teatro al cinema, ha segnato la storia degli anni Settanta…

Luigi Vannucchi nacque a Caltanissetta il 25 novembre 1930 in una famiglia della buona borghesia, che ben presto si trasferì in Cirenaica per motivi di lavoro, poi tre anni dopo tornò in Italia per stabilirsi a Roma, dove Vannucchi trascorse l’infanzia.

Durante la guerra il padre accettò di lavorare a Modena all’ufficio del Catasto, mentre Luigi frequentò il liceo classico e s’interessò alla letteratura e alla poesia, diplomandosi a diciassette anni. Alla fine del liceo si iscrisse all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, diplomandosi nel 1952 assieme a Glauco Mauri, Franco Graziosi, Alessandro Sperlì e all’allievo regista Andrea Camilleri.

Nel 1952 Luigi entrò a far parte della Compagnia Gassman-Squarzina, e ottenne affiancando Vittorio Gassman in Amleto interpretando la parte di Laerte, poi interpretò Tieste, I Persiani, Antigone e Prometeo.

Dopo essere passato alla Compagnia Teatro Nuovo di Gianfranco De Bosio con diversi spettacoli, tra cui la trasposizione teatrale di Buio a mezzogiorno di Arthur Köstler, nel 1955 l’attore partecipò a una tournée nell’America del Sud, tra Brasile, Argentina e Uruguay, con Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi, Renzo Ricci, Eva Magni, Tino Buazzelli, Glauco Mauri, Davide Montemurri, Franca Nuti e Bianca Toccafondi.

Nel 1956 cominciò la collaborazione con Memo Benassi nella Compagnia del Teatro regionale emiliano, con gli spettacoli Inquisizione di Diego Fabbri e Hedda Gabler di Ibsen e un anno dopo fu scritturato dal Piccolo Teatro di Milano per la parte di Saint Just ne I Giacobini di Federico Zardi con la regia di Giorgio Strehler e nella parte di Florindo nell’Arlecchino servitore di due padroni.

Con gli anni Sessanta Luigi diventò il protagonista delle più grandi produzioni Rai, come Tutto da rifare pover’uomo, Una tragedia americana, Delitto e castigo, I promessi sposi nel ruolo di Don Rodrigo, e in quello di Guido Cavalcanti in Vita di Dante, a fianco di Giorgio Albertazzi.

All’inizio degli anni Settanta entrò nella Compagnia Gli Associati con Valentina Fortunato, Giancarlo Sbragia, Ivo Garrani, Sergio Fantoni, Valeria Ciangottini, Paola Mannoni e altri, dove partecipò a spettacoli di grande successo come Strano interludio, Otello, Inferni, e Il vizio assurdo di Lajolo-Fabbri, sulla vita di Cesare Pavese.

Oltre ad apparire come attore in spettacoli teatrali trasmessi dalla televisione, partecipò come ospite a trasmissioni d’intrattenimento, ma continuò a essere protagonista di sceneggiati televisivi, come I demoni e Il cappello del prete di Sandro Bolchi, A come Andromeda, Giocando a golf una mattina.

Per quanto riguarda il cinema, Vannucchi girò La tenda rossa (1970) di Mikhail Kalatozishvili, L’assassinio di Trotsky (1972) di Joseph Losey e Anno uno (1974) di Roberto Rossellini, dove interpretò il ruolo di Alcide De Gasperi.

Nel pieno della maturità artistica, Luigi Vannucchi si tolse la vita, con un’overdose di barbiturici, nella sua casa di Roma, il 30 agosto 1978 ed è sepolto a Bologna, nella tomba di famiglia