Dalla Toscana fino alla Scala di Milano, la vita di un uomo che diede tutto se stesso al mondo dell’opera lirica…

Giacomo Puccini nacque a Lucca il 22 dicembre 1858, ultimo di una dinastia di compositori che da un secolo dominava la vita musicale cittadina.

Cresciuto con sei sorelle e un fratello nella casa di Corte San Lorenzo, ebbe i primi insegnamenti musicali dal padre Michele, fino alla sua morte prematura nel 1864.

Il giovane Giacomo si iscrisse nel 1868 nella classe di violino dell’Istituto musicale Pacini, poi proseguì nella classe di composizione, dove ebbe come insegnante Carlo Angeloni.

Nell’ambiente lucchese lavoro alle sue prime composizioni, fra cui la Messa a 4 voci, che fu il lavoro che gli fruttò il diploma nel 1880.

Dal 1880 al 1883 Puccini frequentò il Conservatorio di Milano, dove ebbe come insegnanti Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli e, subito dopo l’esame finale al conservatorio, compose la sua prima opera lirica, Le Villi, con cui partecipò, ma senza successo, al Concorso Sonzogno per opere in un atto.

Alcuni amici riuscirono a organizzare una prima rappresentazione dell’opera nel 1884 e Giulio Ricordi, il più importante editore musicale italiano, si accorse di Puccini, al punto che non solo inserì Le Villi nel catalogo della sua casa editrice, ma gli commissionò una seconda opera lirica, Edgar, la cui prima, nel 1889, fu però un insuccesso.

Nel frattempo Puccini si era innamorato di Elvira Bonturi, che nel 1886 abbandonò il marito per lui, ma fu solamente nel 1904 che i due poterono sposarsi e legittimare il figlio Antonio, nato 17 anni prima.

La famiglia del compositore visse per alcuni anni in case in affitto e fu soltanto grazie al successo della sua terza opera, Manon Lescaut (1893), che Puccini riuscì a creare una base economica per sé e la sua famiglia.

Nel 1896 con La bohème ebbe un successo a livello internazionale e acquistò due edifici a Torre del Lago e Chiatri, a pochi chilometri da Lucca, e li trasformò in due ville di campagna, di cui tenne la proprietà fino alla morte.

Il successo non mancò neanche alle due opere successive, Tosca (1900) e Madama Butterfly (1904), Puccini divenne il compositore vivente più ricco e famoso.

Importanti teatri d’opera all’estero rappresentarono cicli delle sue opere alla sua presenza, ad esempio nel 1905 a Buenos Aires e Londra, nel 1906 a Budapest e Londra, nel 1907 a New York, nel 1908 a Parigi.

Nel 1910 per la prima volta una prima assoluta di un’opera di Puccini ebbe luogo all’estero, infatti La fanciulla del West fece il suo debutto a New York.

Il compositore nel 1913 ricevette da una casa editrice viennese l’incarico di scrivere un’operetta e ne nacque alla fine l’opera successiva, La rondine (1917), con difficoltà e ritardi a causa della prima guerra mondiale.

Puccini trascorse gli anni della guerra in ritiro a Torre del Lago e la prima assoluta dei suoi tre atti unici Il trittico, musicati in quel periodo, si tenne poco dopo la fine della guerra a New York, senza la presenza del compositore.

Nel 1919 cominciò a far costruire una nuova villa a Viareggio come residenza principale, in sostituzione di quella di Torre del Lago, e vi si trasferì verso la fine del 1921, dove lavorò alla sua ultima opera, Turandot, di cui aveva cominciato a occuparsi fino dal 1920.

Quando gli venne diagnosticato un carcinoma laringeo, per potersi sottoporre alla radioterapia, allora considerata pericolosa, Puccini si recò in una clinica specializzata a Bruxelles, ma vi morì il 29 novembre 1924.

Rimasta incompiuta, Turandot andò in scena per la prima volta nel 1926 e da allora rimane una delle opere di Puccini più rappresentate.