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Uno scrittore e gastronomo dalla penna raffinata…

Vincenzo Buonassisi nacque a L’Aquila il 7 gennaio 1918 e a sei anni si trasferì con la famiglia a Roma, dove conseguì la laurea in giurisprudenza poco più che ventenne.

Nel periodo della Seconda guerra mondiale combatté in Africa, poi fu fatto prigioniero di guerra.

Tornato in Italia, Vincenzo fu assunto al Corriere della Sera e si occupò inizialmente di musica lirica, divenendo amico di personalità come Maria Callas e Herbert von Karajan.

Alla fine dello spettacolo alla Scala, si recava al Giamaica, il caffè degli artisti, nel quartiere di Brera, dove avevano un posto fisso, i poeti Ungaretti e Quasimodo e i pittori Crippa, Tassinari e Treccani e li, incurante del rumore, scriveva la recensione del concerto che aveva appena ascoltato, e portava in seguito il foglio in Via Solferino per la stampa sul Corriere.

L’amicizia con i pittori gli permise di coinvolgerli nelle interpretazioni del mito di Gastarea, la musa che presiede i piaceri del gusto, proposta da Gianni Staccotti ogni anno come la madrina dell’equinozio d’autunno.

Nel 1953 Orio Vergani lo chiamò quando fondò l’Accademia Italiana della cucina e da allora la tavola e la gastronomia diventarono fondamentali nella sua attività, tanto che egli fu il primo inviato speciale in campo gastronomico, sempre per conto del Corriere.

Oltre a critico musicale, Vincenzo fu il paroliere di canzoni di successo, come Mi va di cantare interpretata da Louis Armstrong al Festival di Sanremo del 1968, e brani scritti per Nilla Pizzi, Claudio Villa e Carmen Villani.

Dal 1973 intensificò la sua collaborazione alla Rai presentando, con Mario Cervi, L’uomo è nato inventore e fu uno dei volti dell’Almanacco del giorno dopo, trasmesso su Rai 1 dal 1976 al 1992 e di nuovo dal 1992 al 1994.

Tra i suoi libri di cucina, circa 40, sempre legati a qualche elemento di storia, ci sono La Cucina di Falstaff, La cucina all’aria aperta, Cucinare al caminetto, Roma in cucina, in collaborazione con Luigi Carnacina, Il vino in pentola, in collaborazione con Pino Capogna, il Codice della pasta, La nuova dieta italiana e Style, in collaborazione con Guido Razzoli, e La grande cucina italiana e le sue salse.

Fondamentali per la conoscenza critica della cucina italiana sono i sette volumi de Il cuciniere italiano, completato da un ottavo sulla cucina internazionale.

Tra le sue opere di narrativa sono da ricordare E io li ammazzo tutti e Il mangiatore,  che nel 1968 vinse il primo premio al Festival dell’umorismo di Bordighera.

Vincenzo Buonassisi morì a Milano il 25 gennaio 2004 ed è sepolto al Cimitero Maggiore della metropoli lombarda.