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A 25 anni dalla morte di Leonor Fini, pittrice surrealista, costumista, scenografa, incisore, illustratrice e scrittrice di fama, a Trieste, al Polo museale del Magazzino 26 in Porto Vecchio, la mostra multimediale Leonor Fini. Memorie triestine, propone fino al 22 agosto 2021 una rilettura del tutto inedita della personalità dell’artista (Buenos Aires 1907 – Parigi 1996), analizzando il suo intenso rapporto con la città d’origine della madre.

In seguito la mostra verrà allestita dal 7 ottobre al 12 novembre all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, in cui la pittrice, nota come l’Italienne de Paris, come veniva chiamata in Francia, si era trasferita appena ventitreenne, guadagnando rapidamente largo consenso e rimanendovi fino alla morte.

Nella mostra sono presenti un’ottantina tra disegni, acquerelli, oli, chine e incisioni e un rarissimo libro, un Carnet des chats edito nel 1972 dalla Galleria Lambert Monet di Ginevra e contenente 49 riproduzioni di disegni realizzati con pennarelli colorati, in cui la Fini reinterpreta in chiave favolistica la figura del gatto, trasformando i felini nei personaggi più disparati, come in una sorta di racconto fantastico.

Le opere esposte sono lavori donati dalla pittrice agli amici e ai parenti triestini più cari e perciò si tratta di lavori particolarmente significativi e in gran parte inediti.

Tra i pezzi esposti compaiono quelli donati da Leonor alla cugina triestina Mary Frausin, cui la pittrice era legatissima, e quelli scelti a suo tempo per la propria collezione privata da Eligio Dercar, il gallerista di fiducia della Fini a Trieste, che ogni anno si recava nell’abitazione parigina dell’artista per acquistare numerosi suoi lavori. In mostra anche la ricca collezione di opere regalate all’amico triestino Giorgio Cociani, al quale la pittrice era legata dalla passione per i gatti e con il quale aveva intrattenuto una fitta corrispondenza, oltre a una trentina fra lettere e cartoline inedite, spesso “istoriate” dalla pittrice con disegni e collage, inviate a Cociani, esposte accanto a importanti e rari libri d’arte a lei dedicati, affiche di sue prestigiose personali, documenti, foto e a una vasta e rassegna stampa italiana e straniera, consultabile in mostra dai visitatori.

Lungo il percorso espositivo sono in dialogo anche tre dipinti molto importanti, uno della Fini, uno di Nathan e uno di Dorfles, per testimoniare la loro affinità elettiva, la pittura introspettiva e visionaria che li accomunava e la loro amicizia.

Nella stessa ottica di approfondimento è esposta un’indagine grafologica dei tre artisti, corredata di grafici ed eseguita da Mauro Galli dell’Associazione Grafologica Italiana – Sezione di Trieste, accanto a un’analisi sullo stile epistolare, a cura di Cristina Benussi, già preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo giuliano.

Di grande interesse anche la sezione di una trentina di rare porcellane e terraglie forti e bozzetti con motivo di figure femminili mascherate e Maschere carnevalesche policrome, Gatti, Sfingi e Pagliacci, decorate con decalcomanie tratte da disegni della Fini e con suoi motivi impressi a stampa per la Società Ceramica Italiana di Laveno-Mombello, messe in gran parte a disposizione dai collezionisti Francesca Bellorini, Giuseppe Beltrami, Daniela Brisotto e Vincenzo Sogaro, Enrico Brugnoni, Lena Costantini, Marco Lisè e Amelia Pozzi.

A completare il percorso c’è anche un video con le interviste inedite della curatrice a parenti e amici triestini della Fini, tra cui Gillo Dorfles e Daisy Nathan, sorella del pittore, e un video con l’ultima intervista alla celebre pittrice.

Orari: mercoledì e giovedì 10 · 13 e 17 · 20 / venerdì e domenica 10 · 13 e 17 · 21 / sabato 10 · 13 e 15 · 21 · lunedì e martedì chiuso

Biglietto: € 5,00 (alle signore un cadeau con il profumo inedito Lolò)