saint maximilian kolbe

Il 14 agosto cade la memoria di Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco che diede tutto se stesso nell’Europa del primo Novecento…

Massimiliano Maria Kolbe nacque a Zdunska-Wola nella Polonia centrale l’8 gennaio 1894, e fin da adolescente si sentì avviato alla vita religiosa, soprattutto per la sua devozione alla Vergine Maria.

Nel 1907 entrò nel Seminario dei Frati Minori Conventuali di Leopoli, dove capì che l’ordine più affine alla sua vocazione era quello francescano.

Il 4 settembre 1910 cominciò il noviziato per entrare nelle fila dei francescani con il nome di Massimiliano e, per completare la sua preparazione religiosa e teologica, si trasferì a Roma, dove visse dal 1912 al 1919 nel Collegio Serafico Internazionale dell’Ordine Francescano.

Dopo la professione solenne dei voti, avvenuta nel 1914, Massimiliano si laureò prima in filosofia nel 1915 e poi in teologia nel 1919.

Padre Kolbe fondò il 16 ottobre 1917 la Milizia di Maria Immacolata, con sede principale in Polonia.

Nel 1927 il frate fondò, nei pressi di Varsavia, un convento-città, il Niepokalanow, e nel 1930 partì per il Giappone, dove a Nagasaki aprì un convento-città, oggi noto come il Giardino dell’Immacolata.

Massimiliano cominciò a pensare di fondare varie Città dell’Immacolata in giro per il mondo, ma nel 1936 fu costretto a ritornare in Polonia, negli anni dove il nazismo cominciò ad acquisire sempre più potere e nel monastero vicino a Varsavia i frati accolsero profughi e feriti sia cristiani che ebrei.

Il 19 settembre 1939 la polizia nazista portò i frati nel campo di Amtitz in Germania, ma Padre Kolbe spinse i suoi confratelli a continuare la loro attività missionaria anche nel campo e nel mese di dicembre i frati riuscirono a tornare nel convento.

La nuova amministrazione nazista che si era insediata in Polonia divenne così consapevole del carisma e del seguito di fedeli che il coraggioso frate si era conquistato negli anni, così lo incriminarono con una falsa accusa.

Il 17 febbraio 1941 Massimiliano Kolbe fu condotto nel carcere di Pawiak e il 28 maggio venne trasferito nel campo di concentramento di Oswiipcim, ad Auschwitz, dove fu immatricolato con il numero 16670 e costretto a trasportare cadaveri, ma continuò la sua attività religiosa accettando le sofferenze e perdonando apertamente i propri carnefici.

Nel luglio di quell’anno, dopo la fuga di un detenuto dal campo, il frate prese il posto di un padre di famiglia, condannato con altri nove uomini per rappresaglia, rinchiusi in un bunker senza né cibo né acqua.

Dopo due settimane di questa tortura, Massimiliano e altri quattro prigionieri erano ancora vivi, continuando a pregare e cantare inni all’Immacolata.

Il 14 agosto 1941, giorno della vigilia della Festa dell’Assunzione di Maria, Massimiliano Maria Kolbe morì ad Auschwitz, vittima di un’iniezione di acido fenico.

Papa Paolo VI lo proclamò beato il 17 ottobre 1971 e il 10 ottobre 1982 papa Giovanni Paolo II lo dichiarò santo e martire.