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Lo scrittore che raccontò il mondo dei vinti della Sicilia ottocentesca…

Giovanni Verga nacque il 2 settembre 1840 a Catania, da Giovanni Battista Verga Catalano, discendente dal ramo cadetto di una famiglia nobile, e da Caterina di Mauro, appartenente alla borghesia.

I Verga Catalano erano una famiglia di nobili di provincia con scarse risorse finanziarie, ma costretti a ben comparire data la posizione sociale.

Compiuti gli studi primari e medi sotto la guida di Carmelino Greco e di Carmelo Platania, Giovanni seguì le lezioni di don Antonino Abate, poeta, romanziere e patriota, gestore di uno studio legale a Catania.

Nel 1854, a causa di un’epidemia di colera, la famiglia Verga si trasferì a Vizzini poi nelle terre di Tèbidi, fra Vizzini e Licodia.

Per desiderio del padre lo scrittore si iscrisse alla facoltà di legge dell’Università di Catania, senza dimostrare tuttavia interesse per gli studi giuridici, che abbandonò definitivamente nel 1861 per dedicarsi, incoraggiato dalla madre, all’attività letteraria.

Nel 1861 iniziò la pubblicazione, a sue spese presso l’editore Galatola di Catania, del romanzo I carbonari della montagna, cui aveva lavorato già dal 1859.

Il 26 aprile 1869 partì da Catania alla volta di Firenze, dove venne introdotto nei salotti di Ludmilla Assing e delle signore Swanzberg, venendo a contatto con scrittori e intellettuali dell’epoca come il Prati, l’Aleardi, il Maffei, il Fusinato e l’Imbriani, oltre all’amicizia con Luigi Capuana, scrittore e intellettuale meridionale.

Inoltre cominciò a scrivere Storia di una capinera e il dramma Rose caduche.

Nel novembre 1872 Giovanni si trasferì a Milano, dove rimarrà, pur con frequenti ritorni in Sicilia, per circa un ventennio.

Grazie alla presentazione di Salvatore Farina e di Tullo Massarani, frequentò i salotti della contessa Maffei, di Vittoria Cima e di Teresa Mannati-Vigoni.

Nel 1880 pubblicò presso Treves Vita dei campi, che raccoglie le novelle apparse in rivista negli anni 1878-80 e cominciò a lavorare ai Malavoglia.

L’anno successivo uscì il capolavoro I Malavoglia, accolti assai freddamente dalla critica.

Il 1884 fu l’anno dell’esordio teatrale con Cavalleria rusticana, rappresentato per la prima volta, con Eleonora Duse nella parte di Santuzza, il 14 gennaio al teatro Carignano di Torino dalla compagnia di Cesare Rossi.

Nel 1889, pubblica il suo secondo capolavoro, Mastro-don Gesualdo e progettò di continuare il ciclo” con la Duchessa di Leyra e L’onorevole Scipioni.

Si stabilì definitivamente a Catania dove rimase sino alla morte, tranne brevi viaggi e permanenze a Milano e a Roma.

Nel biennio 1894-1895, pubblicò l’ultima raccolta, Don Candeloro e C, che comprende novelle scritte e pubblicate in varie riviste tra 1889 e il 1893.

A Verga nel 1903 vennero affidati alla sua tutela i figli del fratello Pietro, morto nello stesso anno, mentre lo scrittore rallentò la sua attività letteraria e si dedicò assiduamente alla cura delle proprie terre.

Nel 1919 scrisse l’ultima novella, Una capanna e il tuo cuore, che uscirà postuma nell’Illustrazione italiana, il 12 febbraio 1922, e nel 1920 fu nominato senatore.

Colpito da paralisi cerebrale il 24 gennaio 1922, Giovanni Verga morì il 27 dello stesso mese a Catania nella sua casa di via Sant’Anna.