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Un popolo leggendario, fiero avversario degli Egizi…

Gli Hittiti erano un popolo di origini indoeuropee che divenne noto, nella storia, nel 1650 a.C., quando s’insediò tra l’attuale Turchia e parte della Siria settentrionale.

La loro storia si può riassumere in tre grandi periodi, l’età dell’insediamento, l’Antico Impero e il Nuovo Impero.

L’età dell’insediamento li vide, da pastori nomadi, stabilirsi nell’Asia Minore quando fondarono un regno che aveva la sua capitale nella città di Ḫattuša.

Gli Hittiti coltivavano l’orzo, il grano, la vite, alberi da frutta e ortaggi, producevano olio e latticini e avevano due tipi di scrittura, una cuneiforme e una geroglifica.

A trasformare questi pastori in temibili guerrieri fu la scoperta della lavorazione del ferro con cui costruirono lance, frecce e spade ricurve che li resero molto più forti rispetto ai popoli che combattevano con le armi in bronzo.

Gli Hittiti cercarono di dominare tutta la Mesopotamia ma riuscirono a conquistare solo Babilonia, intorno al 1600 a.C.

Nell’età del Nuovo Impero gli Hittiti si scontrarono ripetutamente con l’Egitto per il controllo della Siria e i rapporti che li legarono non furono solo di sangue, infatti alla guerra seguirono anche periodi di pace, celebrati con i matrimoni tra re e principesse dei due popoli, organizzati proprio per consolidare le alleanze.

Ma il documento storico che rivela i rapporti tra Egizi e Hittiti sono le lettere che una regina scrisse al re Hittita per proporsi come moglie di uno dei suoi figli.

La regina scriveva di essere rimasta vedova e senza eredi e offriva quindi il trono dell’Egitto a un principe di quel popolo, con cui si sarebbe legata in un nuovo matrimonio.

Il re, temendo una trappola, mandò un ambasciatore a verificare l’attendibilità della proposta, che fu confermata.

Quando il re si decise a mandare uno dei suoi figli in Egitto per concludere il matrimonio i progetti della regina erano già giunti alle orecchie sbagliate, perché il principe partì ma non arrivò mai.

Gli Hittiti, dal punto di vista culturale, assorbirono religioni e miti dei popoli che sconfissero, erano chiamati il popolo dei mille Dei e oltre ad inglobare tutte le varie divinità che potevano incontrare, tramandarono anche i racconti mitologici di Babilonia, come quello di Gilgamesh.

Le città-stato degli Hittiti erano governate da un re-sacerdote, proprio come i Sumeri, ma il sovrano ittita era considerato il servo degli dei e le imprese del re erano tributi alla divinità, mentre le città conquistate erano ringraziamenti votivi.

Il palazzo reale era anche un tempio, con intorno un cortile circondato da una serie di stanze tra cui la sala del trono e la cella che conteneva la divinità protettrice.

La scoperta del popolo degli Hittiti è recente, poiché fino al 1900 erano avvolti nel mistero e fu solo per un caso fortuito che uno scavo archeologico nella città di Boghazkòy riportò alla luce proprio l’archivio reale, che divenne una fonte inestimabile d’informazioni per ricostruire le vicende di un popolo poi scomparso, probabilmente per gli attacchi degli Achei.