Beato Annunciazione Corridoio

La storia di un pittore singolare, che divenne poi il protettore degli artisti…

Guido di Pietro Trosini, detto Beato Angelico, nacque a Vicchio di Mugello, l’area collinare a nord-est di Firenze verso i passi appenninici che danno in Emilia, tra il 1395 e il 1400.

Entrò molto giovane nell’Ordine dei Predicatori col nome di Giovanni da Fiesole nel 1418, e pronunziati sette anni dopo, nel 1425, i voti solenni, venne assegnato al convento di San Domenico sulle pendici tra Fiesole e Firenze.

Anche se aveva avviato la sua attività già prima di far ingresso nella vita religiosa, e fin dal 1417 fosse un noto artista, cominciò la sua vera e propria attività in modo umile, come miniatore di codici liturgici, tra cui la Madonna dei Domenicani del Messale numero 558 del fiorentino museo di San Marco, e il suo stile, caratterizzato dalla finezza del tratto, dalla limpida chiarezza della luce e dalla vivezza ariosa dei colori, restò sempre una caratteristica della sua opera, giungendo perfino a ingannare alcuni critici vi videro un esponente dell’eleganza gotico – internazionale, trascurando invece il suo messaggio, profondamente legato alle novità prospettiche e volumetriche introdotte da Masaccio.

Tra i suoi primi lavori, costituiti da pale d’altare e da vari pannelli, importanti sono la Madonna delle Stelle e il Cristo in gloria circondato dai santi e dagli angeli, che presenta 250 figure distinte, altre opere di quel periodo sono l’Incoronazione della Vergine, la Deposizione e il Giudizio.

La sua tecnica andò maturando nel periodo 1428-1433, dove vanno collocate opere come l’Annunciazione, dipinta per il convento fiesolano e ora al museo del Prado a Madrid, celebre anche per la predella con cinque storie della Vergine, e il Giudizio universale di San Marco, realizzato fra il 1430 e il 1433, dove la scansione dei piani dimostra un primo interesse per un’impostazione prospettica dello spazio.

Il suo stile si ammira soprattutto nella Madonna dei Linaioli caratterizzata da un bordo con dodici splendidi angeli musicanti e nell’Incoronazione della Vergine del Louvre, del 1435 e destinata in origine al convento fiesolano.

Nel 1436 i domenicani di Fiesole s’insediarono nel centro di Firenze, nel convento di San Marco, che era stato da poco restaurato da Michelozzo, grazie a Cosimo di Giovanni de’ Medici, ormai da due anni signore della città, devoto dell’Ordine e, essendo d’origini mugellane, conterraneo di fra Giovanni.

Fu appunto Cosimo ad affidare a Giovanni, nel 1440, il compito di abbellire il convento con una serie di affreschi per il chiostro, la casa del capitolo e alcune fra le celle dei corridoi superiori, come la Crocifissione, il Cristo pellegrino, la Trasfigurazione e la mirabile Annunciazione affrescata all’entrata del dormitorio.

Fino al 1445, quando dovette partire per Roma, l’attività del pittore venne assorbita in gran parte dal lavoro nel suo convento e poi fu convocato a Roma da papa Eugenio IV per dipingere gli affreschi per la cappella del Sacramento in Vaticano.

Nel 1447, con l’allievo Benozzo Gozzoli, dipinse gli affreschi per la cappella di San Brizio nella cattedrale di Orvieto, ma i suoi doveri lo richiamarono in Toscana, e tra 1449-50 e 1452, esercitò la funzione di priore del suo convento in Fiesole.

Beato Angelico morì il 18 marzo 1455, nel convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, dov’è sepolto, fu beatificato nel 1984 e si ricorda il 18 febbraio.