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Un weekend da non perdere con la Festa da la Priàa a Robecco sul Naviglio prevista per domenica 9 ottobre , in concomitanza  con la festa della Madonna delle Grazie del Lazzaretto, culminante con una processione e  fiaccolata serale.

La denominazione Priàa della festa deriva dal fatto che, nell’Ottocento i rapporti tra giovani e fanciulle non erano facili, causa la mentalità del tempo.

Dopo la processione, che all’epoca si svolgeva al pomeriggio, le ragazze passeggiavano lungo la via San Giovanni, che portava alla Chiesa del Lazzaretto, chiacchierando e facendo bella mostra di sé, se un giovane era interessato a qualche bella donzella, le lanciava vicino alle gambe un sassolino, in dialetto prea.

La raccolta del sassolino da parte della ragazza indicava che era interessata al corteggiamento.

Al tempo, la festa era di carattere religioso e culminava con la processione, dove i portali dei cortili della via San Giovanni venivano addobbati e gli abitanti si sfidavano nel realizzare il portale più bello.

Ancora oggi i portali vengono addobbati per la processione serale e durante i giorni della festa gli Amici da la Priàa organizzano i giochi di una volta, come la rottura delle pignatte, le corse nei sacchi, la corsa delle oche, oltre alla possibilità di gustare piatti tradizionali legati al mondo popolare contadino.

Il primo insediamento nel territorio di Robecco Sul Naviglio si trova nell’attuale località di Casterno, più a sud dell’attuale centro storico, verso il Ticino, e si identificava con un accampamento militare romano per il controllo del fiume e dei suoi guadi.

Robecco, in realtà, si sviluppò a partire dall’escavazione del Naviglio Grande nel XII secolo, anche se ancora a metà del Duecento l’imperatore Federico II, tentando l’assalto a Milano, diede ordine di abbattere le fortificazioni presenti a Casterno dal momento che a Robecco erano completamente assenti.

Nel corso del Cinquecento fu fondamentale la presenza di San Carlo Borromeo che, come arcivescovo di Milano, più volte si recò in visita nella Pieve di Corbetta ed a Robecco, inoltre si preoccupò anche di mediare alle diatribe tra i nobili locali come nel caso dello scoppio della peste del 1576 che vide il borgo suddiviso in due differenti amministrazioni a causa delle disposizioni volute dallo spagnolo marchese d’Ayamonte che aveva predisposto poco prima che la divisione territoriale tra Milano, interessata dal contagio,  e quella pavese, ritenuta ancora salubre,  dovesse essere marcata dal corso del Naviglio Grande.

A partire dal XVI secolo, Robecco visse il suo periodo di splendore, dato che alcune tra le famiglie nobili milanesi di maggior rilievo scelsero questa e altre aree per acquistare terreni dove costruire le loro residenze di campagna, investendo in vaste proprietà e latifondi molto redditizi.

I Pietrasanta, i Barzi, i Casati, gli Archinto e i Borromeo furono tra i primi,  avviando tra l’altro la costruzione delle splendide ville gentilizie lungo il Naviglio che ancora oggi si possono ammirare.

Durante l’età napoleonica il comune si ingrandì temporaneamente annettendo Lugagnano e Castellazzo de’ Barzi, che poi divenne effettivamente parte di Robecco nel 1870.