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Un papa proveniente dalla provincia di Varese, dal pontificato breve ma intenso…

Gregorio XIV nacque, con il nome di Niccolò Sfondrati, l’11 febbraio 1535 a Somma Lombardo presso Gallarate, in provincia di Varese, dove ancora oggi si trova il castello di famiglia.

Il padre, Francesco, era senatore presso la corte di Francesco II Sforza e la madre era Anna Visconti.

Niccolò studiò legge a Perugia e Padova e si laureò a Pavia, quindi decise di intraprendere la vita ecclesiastica e fu nominato da Filippo II membro del Senato milanese, in omaggio ai servizi resi dal padre, poi conobbe il cardinale Carlo Borromeo, la cui figura ebbe una grande influenza su di lui.

Il 13 marzo 1560, a soli venticinque anni, fu nominato vescovo di Cremona, incarico che tenne fino al pontificato, fu il primo vescovo a recarsi a Trento, sede del concilio tenutosi tra il 1561 e il 1563, dove fu un tenace assertore dell’obbligo per i vescovi di risiedere nella propria diocesi per imposizione divina.

Come vescovo Gregorio si dedicò a mettere in pratica le norme e le decisioni del concilio, in particolare nella fondazione di nuovi seminari e nel tenere la visita pastorale in tutte le parrocchie.

Nel 1583 fu nominato cardinale da Gregorio XIII.

Alla morte di papa Urbano VII, il 27 settembre 1590, il re di Spagna Filippo II inviò una lista di sette cardinali papabili secondo il suo parere, tra i quali anche il cardinale Sfondrati.

Fu indetto un conclave che durò dall’8 ottobre al 5 dicembre 1590, il collegio elesse Papa il cardinale Sfondrati il 5 dicembre 1590 e questi venne consacrato l’8 dicembre con il nome di Gregorio XIV.

Il nuovo pontefice era profondamente religioso, si confessava e celebrava la messa tutti i giorni, era affabile e la sua preoccupazione pastorale era innegabile, si affidò ciecamente al fratello Paolo Emilio, che nominò cardinale e Segretario di Stato, purtroppo questi si dimostrò di carattere arrogante e poco diplomatico.

Un anno prima, nel 1589, era morto il re di Francia Enrico III e il suo erede Enrico di Navarra, poi Enrico IV, fu incoronato, ma era stato scomunicato e dichiarato inadatto al trono da Papa Sisto V.

Filippo II di Spagna chiese a Gregorio XIV sostegno per ottenere il trono francese per sua figlia Isabella Clara Eugenia, nipote di Enrico III e il Vaticano diede tutto l’appoggio possibile a questa richiesta senza rendersi conto che la posizione di Enrico IV in Francia era molto più solida di quanto si pensasse a Roma e che buona parte dei cattolici francesi lo preferiva alle mire spagnole a dispetto del suo protestantesimo, portando al fallimento del tentativo.

Una virulenta epidemia di peste comparsa a Roma afflisse il pontificato di Gregorio, che per combatterla vi dedicò mezzi e attenzioni di grande rilievo.

Nell’azione di assistenza agli appestati morì il giovane San Luigi Gonzaga e si distinse il prezioso sostegno di Camillo de Lellis e dei suoi compagni.

In campo religioso Gregorio XIV mantenne l’obbligo di residenza per tutte le cariche ecclesiastiche, richiese un esame minuzioso dei candidati all’episcopato, sostenne con entusiasmo l’attività missionaria dei gesuiti, inoltre volle fare cardinale san Filippo Neri ma non vi riuscì per il netto rifiuto del santo.

Diede avvio alla revisione della Vulgata della Sacra Scrittura di Sisto V, che conteneva diversi errori, poiché il futuro cardinale e santo Roberto Bellarmino, rientrato a Roma dopo la morte di Sisto V, che lo aveva allontanato, consigliò al papa di non proibire la Bibbia in volgare, ma di farla correggere da un gruppo di studiosi, che si mise all’opera per eliminare i numerosi errori della traduzione biblica precedente.

Il papa morì il 16 ottobre 1591 a causa di un grosso calcolo renale e gli successe Innocenzo IX.