world cup 1978 logo

A quasi mezzo secolo dalla sua sconfitta in una finale del mondiale di calcio, la Fifa per il 1978 decise di assegnare all’Argentina i Campionati del Mondo.

Tuttavia, a causa del golpe del 1976, la decisione fu non poco controversa, ma la dittatura militare di destra e la guerriglia di sinistra decisero una tregua temporanea, anche se su tutto il torneo si abbatterono sospetti di corruzione e di arbitraggi pilotati.

Dopo esser stato eletto il miglior giocatore del torneo nei Mondiali svoltisi in Germania quattro anni prima, Johan Cruyff, decise di non partecipare al torneo in Argentina, poiché temeva di essere rapito.

Non si fecero problemi invece, i giocatori della Tunisia e dell’Iran, che per la prima volta nella loro storia presero parte ai Campionati del Mondo.

L’Argentina vinse le prime partire contro Ungheria e Francia ma fu piegata dall’Italia che vinse 1-0 grazie ad una rete di Roberto Bettega.

Quella sconfitta non risultò decisiva visto che sia gli Azzurri che la Nazionale Albiceleste erano già qualificate al secondo turno, e anzi gli argentini arrivando secondi nel girone si sarebbero garantiti il turno successivo più agevole.

Nel Gruppo due, la Polonia confermò le splendide impressioni dei Mondiali del 1974, pareggiando con i campioni del mondo della Germania Ovest e battendo Tunisia e Messico.

La Germania Ovest, dopo la roboante vittoria per 6-0 ai danni del Messico, pareggiò anche con la Tunisia.

Quest’ultima battendo 3-1 i messicani entrò nella storia con la prima vittoria di una Nazionale africana nella storia dei Mondiali.

Il Gruppo tre si rivelò il più equilibrato, con tutte le partite che risultarono molto tirate e vinte sempre con il minimo scarto, l’Austria vinse il girone battendo la Spagna 2-1 e la Svezia 1-0, mentre il Brasile partì con non pochi affanni ma riuscì a qualificarsi secondo nel gruppo battendo gli austriaci già qualificati.

Una delle avventure più seguite fu quella della Scozia nel Gruppo quattro, dove la formazione di Ally McLeod prima venne battuta 3-1 dal Perù, poi ottenne un umiliante pareggio contro i semi-professionisti dell’Iran.

Per accedere al turno successivo alla ‘Tartan Army’ non restava che battere l’Olanda, e incredibilmente gli orange, privi di Michels e Cruyff, vennero sconfitti per 3-2.

Gli olandesi riuscirono poi a qualificarsi per il turno successivo, ma solo grazie alla differenza reti che non premiò il coraggio scozzese.

Come nel 1974, la seconda fase vide due gironi composti da quattro squadre ciascuno.

In un gruppo confluirono le prime del girone 1 e 3 e seconde dei gruppi 2 e 4 e nel Gruppo B le prime dei gruppi 2 e 4 e le seconde dei gruppi 1 e 3.

Il Gruppo A era composto da Italia, Germania Ovest, Austria e Olanda, il Gruppo B da Argentina, Polonia, Brasile e Perù, per garantire almeno una squadra europea nella finale.

La Germania, priva du Beckenbauer e scombussolata da qualche dissidio interno, pareggiò contro Italia e Olanda per poi perdere con un 3-2 contro un’Austria che era stata travolta per 5-1 dagli olandesi.

Una vittoria per 2-1 sull’Italia garantì poi all’Olanda la sua seconda finale consecutiva, dopo quella del 1974.

Nel Gruppo B, il Brasile si sbarazzò del Perù con un 3-0, mentre l’Argentina superò la Polonia per 2-0.

Il derby tra le due grandi rivali del calcio sudamericano avrebbe potuto decidere l’altra finalista, ma la partita finì con uno 0-0 e si dovettero aspettare le ultime due sfide del Girone.

Il Brasile scese per primo in campo liquidando la Polonia 3-1, l’Argentina quindi scese in campo sapendo che doveva battere il Perù con quattro reti di scarto.

I peruviani iniziarono bene la gara, ma l’Argentina vinse 6-0 una gara che fu oggetto di molti sospetti.

Nella finalissima al River Plate Stadium Monumental di Buenos Aires l’Argentina non corse quindi pericoli particolari e al 38′ passò in vantaggio grazie al grande Mario Kempes.

Sembrava potesse essere la rete decisiva, ma a 8′ dal termine della gara, Dirk Nanninga sfruttò al meglio un cross di Rene van der Kerkhof e di testa siglò l’1-1, con Rob Rensenbrink che a pochi secondi dal fischio finale fallì clamorosamente l’occasione che avrebbe potuto regalare il Mondiale all’Olanda.

La partita andò ai supplementari con Mario Kepese che battè nuovamente Jan Jongbloed nel primo dei due tempi al 105′, poi i padroni di casa si scatenarono e al 116′, l’ala Bertoni siglò la rete del 3-1 dopo uno splendido uno-due con il solito Kempes, regalando il primo titolo mondiale all’Argentina.