nota futi alemania 2006

A Zurigo, il 6 luglio 2000, la Fifa assegnò alla Germania l’organizzazione della fase finale dei Mondiali 2006, com’era accaduto nel 1974.

Con Brasile, Egitto, Ghana, Inghilterra, Marocco, Nigeria e SudAfrica, i tedeschi avevano presentato la loro candidatura il 31 dicembre 1998 e l’elenco delle papabili si era poi ristretto.

Il 15 aprile 2002 la Deutscher Fussball-Bund presentò l’elenco delle dodici città sedi della manifestazione.

Rispetto a trentadue anni prima, il Mondiale si tenne in una Germania unita, dove il primo atto, con il sorteggio, avvenne il 9 dicembre 2005 nel Centro Congressi della Fiera di Lipsia dell’ex Germania Est.

Lipsia fu la sola città dell’ex parte orientale del paese chiamata a ospitare la manifestazione, ma non era l’unica nuova sede: anche per Kaiserslautern e Norimberga fu la prima volta, mentre le città di Amburgo, Berlino, Colonia, Dortmund, Francoforte, Gelsenkirchen, Hannover, Monaco e Stoccarda erano già state protagoniste nel 1974 e di quell’edizione scomparve Düsseldorf, allora chiamata a ospitare cinque partite.

In Germania va in scena un Mondiale di portata storica, con, per la prima volta a contendersi il titolo, le Nazionali in rappresentanza di tutti i cinque continenti e di tutti e sei i raggruppamenti calcistici della Fifa, con esordienti le africane Angola, Costa d’Avorio, Ghana, e Togo, la caraibica Trinidad e Tobago e l’Ucraina per l’Europa.

Il sorteggio per la composizione degli otto gruppi finali non vide grandi sorprese, con nomi di punta Brasile, Inghilterra, Spagna, Messico, Francia, Argentina, Italia e Germania.

L’Italia finì nel gruppo E, con Ghana, Repubblica Ceca e Stati Uniti, avversarie da non sottovalutare, ma l’importante, per evitare il Brasile, era arrivare primi nel gruppo e gli Azzurri ce la fecero.

Si iniziò il 9 giugno a Monaco, dove Germania e Costa Rica finì 4-2 per i padroni di casa.

Fino al 23 giugno, si tennero le partite dove, tranne qualche fatica di troppo patita dalla Francia per passare il turno, grosse sorprese non ce ne furono, e tra le rivelazioni c’erano il Ghana e l’Ecuador che eliminarono Polonia e Repubblica Ceca.

L’Italia partì bene, battendo all’esordio il Ghana per 2 a 0 e nella seconda partita, in considerazione degli altri risultati, bastava una vittoria con gli USA per avere la matematica qualificazione ma De Rossi si lasciò andare e la squadra pareggiò 1-1.

Nella terza partita, con la Repubblica Ceca, l’Italia finì 2 a 0 ma la partita fu in bilico fino all’87esimo quando Inzaghi ingannò Cech con un gol liberatorio.

Agli ottavi l’Italia sfidò la seconda classificata nel gruppo del Brasile,  cioè l’Australia, in una partita rimasta sullo 0-0 fino al 90esimo, quando Fabio Grosso s’involò sulla fascia, entrò in area, subì un fallo e diede il pallone di un rigore dell’1 a 0 a Francesco Totti che condusse gli azzurri ai quarti.

Negli altri ottavi si affrontarono Olanda – Portogallo e i lusitani eliminarono  gli Orange dal Mondiale, mentre  la Spagna fu battuta dai francesi che avevano un altro passo rispetto al girone.

Senza sostanziali sorprese i quarti di finale videro le migliori squadre al mondo e tutte le partite furono ostiche ed equilibrate, eccetto quella dell’Italia che se la vide con la modesta Ucraina per  3 a 0, grazie a una grande prestazione di Gianluca Zambrotta, il quale andò in gol e fece realizzare una doppietta a Luca Toni.

Nelle altre partite la Germania superò l’Argentina, ma solo ai rigori e il Portogallo, sempre ai rigori, sconfisse l’Inghilterra e la Francia ebbe la meglio sui favoriti Brasiliani che lasciarono il Mondiale.

Le semifinali videro Germania-Italia e Francia-Portogallo e i francesi, con un gol di Zidane sul rigore, batterono il Portogallo e lo mandarono alla finalina per il terzo posto.

Non fu così semplice invece per l’Italia che chiuse  i tempi regolamentari sullo 0 a 0 ed è ai supplementari, precisamente al 119esimo, vinse grazie a un gol di Fabio Grosso, servito benissimo da Andrea Pirlo, e poi raddoppiò su un contropiede con Alessandro Del Piero, servito da Alberto Gilardino.

Con il 2 a 0 l’Italia andò a Berlino a giocarsi la finale contro la Francia.

La finale partì male per gli Azzurri, che andarono sotto per uno a zero su un rigore trasformato da  Zidane al settimo minuto.

Poi la partita andò con 1 a 1 e si andò ai tempi supplementari, dove si misero in mostra Fabio Cannavaro, in difesa, e Gianluigi Buffon, in porta e infine ai rigori dove sbagliò solo Trezeguet. L’ultimo rigore toccò a Fabio Grosso, che condusse l’Italia al titolo di campione del mondo per la quarta volta nella sua storia.

La finale per il terzo posto andò invece ai tedeschi padroni di casa relegando  il Portogallo al quarto posto.