Una storia curiosa che vorrei raccontare.

Da Milano a San Francisco, due grandi, meravigliose città, diverse ma affascinanti e piene di vita.

E un tram giallo, un pezzo della nostra Milano che ha attraversato l’Oceano Atlantico per arrivare sulle rive del Pacifico, a San Francisco.

Un simbolo di Milano gira per le strade di San Francisco, una delle città più belle e ricche di storia della California, i tram dall’inconfondibile colore giallo hanno lasciato la Madonnina per ritrovarsi dall’altra parte del mondo.

Ma come sono arrivati i tram milanesi dalla nebbiosa Lombardia sulle rive dell’Oceano Pacifico?

Tutto iniziò nel 1983, quando la Camera di Commercio di San Francisco organizzò l’Historic Trolley Festival, l’esposizione del tram d’annata, che coincise con l’inaugurazione della nuova linea F.

Alla notizia, molte città straniere con linee di tram antiche inviarono alla città californiana le loro carrozze d’epoca, tra cui Milano, che spedì negli Stati Uniti una vettura degli anni Venti, dal modello disegnato dall’ingegnere statunitense Peter Wittagli inizi del secolo scorso, ma di fabbricazione lombarda, e di cui c’è ne sono ancora oggi molte in regolare servizio a Milano.

Per l’esposizione arrivarono anche un tram di Mosca del 1913, rosso fiamma, una vettura panoramica del 1934 col tetto scoperto dalla città inglese di Blackpool, un esemplare del Barone Rosso di Amburgo (1954) e altre carrozze storiche da Oporto, Hiroshima, Melbourne e un tram del 1924 chiamato Desiderio da New Orleans.

Alla fine del festival del 1983, la città di Milano donò il suo esemplare a San Francisco, come fecero anche New Orleans e Blackpool e quando nel 1989 un terremoto distrusse un pezzo di cavalcavia del Bay Bridge, il ponte che porta a Berkeley, la linea F ne guadagnò in lunghezza e da quel momento percorre tutta la Market Street, una delle arterie principali del centro.

E per potenziare il servizio, nel 1998 la società Muni ricevette altri dieci tram milanesi, ora parte integrante del paesaggio locale, oggetti nel 2007 di un lungo restauro che li ha portati a tornare com’erano negli anni Venti, con i colori e i mobili color crema.

Nel dicembre 2001 il New York Times aprì con una grande foto in primo piano di un tram dell’Atm un supplemento viaggi dedicato a San Francisco.

Uno dei mezzi per viaggiare tra le strade di San Francisco, sulle coste della California, è usare la rete tranviaria chiamata Cable Car, che impegna solo dei semplici tram, proprio come quelli che ci sono a Milano in centro.

Molti tram a San Francisco sono proprio dei tram stranieri, acquistati per essere usati come mezzo di trasporto nella città americana e alcuni invece sono tenuti per usarne i pezzi di ricambio.

La Cable Car ha tre linee che corrono dalle 6.30 alle 24.30 ogni 12 minuti, di solito molto precise in quanto hanno la precedenza nelle strade quindi non rimangono intasate nel traffico, di cui due collegano il centro città vicino a Union Square verso Fisherman’s Wharf, e la terza percorre California Street.

E’ formata da una singola carrozza che si aggancia a un filo d’acciaio che scorre continuamente sotto la pavimentazione in un incavo dei binari per tutta la lunghezza del percorso.

Lo stesso cavo è tenuto in continuo movimento dalla centrale motrice e l’autista, per fermare la carrozza, deve sganciare la presa e attivare i potenti freni, collaborando con un collega che si trova a fondo veicolo, mentre le fermate possono essere in curva o in discesa e anche in mezzo agli incroci.

Un particolare insolito e divertente: quando il tram arriva al capolinea, il conduttore scende e, aiutato dai passeggeri, fa ruotare la carrozza su una piattaforma girevole di legno, allo scopo di invertire il senso di marcia. Davvero una manovra singolare che attira sempre tanti curiosi.

Nella carrozza arancione con l’inconfondibile marchio meneghino, con sullo sfondo spiagge e colline verdeggianti, all’interno ci sono cinesi, neri, messicani, in una città come San Francisco, nota per essere la più multietnica degli Stati Uniti.

Ma sulle ripide salite di San Francisco ci sono anche dei trolleytram elettrici altrettanto antichi ma tecnicamente diversi, che devono avere obbligatoriamente la trazione a cremagliera, fabbricati negli Stati Uniti, mentre le carrozze dell’Atm operano sul servizio regolare della linea F, lunga sei miglia e che percorre un bel pezzo del lungomare cittadino, dalla zona residenziale di Castro fino ai moli di Fisherman’ s Wharf, dove un tempo attraccavano i pescherecci.

Adesso il porto turistico da cui partono i traghetti per l’isola di Alcatraz, le eleganti e caratteristiche Sausalito, Tiburon e Oakland.

Durante l’estate ci possono essere code molto lunghe nei punti d’inversione di marcia a Powell Street e Market Street, soprattutto per la linea Powell-Mason Cable Car. Un percorso altrettanto piacevole e turistico è quello con la più tranquilla linea Powell-Hyde.

Molti del tram milanesi che hanno prestato servizio nella città californiana e con il tempo sono stati dismessi, sono visibili anche al Museo dei tram di San Francisco, che si trova nella sede della rete tranviaria, al 1201 Mason St, San, una traversa della storica e caratterista Columbus Avenue, proprio nel cuore del Financial District.

Oltre che a San Francisco, sono presenti tram meneghini nella vicina San Josè, a Saint Louis in Missouri e a Mount Pleasant nell’Iowa, a Melbourne in Australia. Un tram milanese con la sigla 1612, era finito nel settembre 1994 anche in Giappone nella Prefettura di Kōchi, ma è stato messo fuori servizio e demolito nel 2006.

Ultima nota curiosa: i tram si sentono quasi a casa: a San Francisco fino alle 13.00 ogni giorno, anche d’estate c’è la nebbia.