Il Leone d’oro di Venezia 2020, edizione insolita per l’emergenza sanitaria, è di Chloé Zhao con il suo Nomadland, su una donna rimasta vedova, costretta ad abbandonare la sua casa e iniziare una nuova vita a bordo di un furgone.

Invece il  Gran Premio della Giuria è andato al messicano Michel Franco per Nuevo orden, un film duro, che ipotizza uno scenario distopico derivante dalle sempre crescenti disuguaglianze socioeconomiche in Messico.

Il Leone d’argento per la miglior regia invece è andato al al giapponese Kiyoshi Kurosawa per Wife of a Spy, un melodramma ambientato all’inizio degli anni Quaranta e il Premio Speciale della Giuria al russo Andrey Konchalovsky per Cari compagni, cronaca di uno sciopero finito nel sangue avvenuto nell’Unione Sovietica degli anni Sessanta.

Il cinema italiano ha visto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino per la sua prova in Padrenostro di Claudio Noce, mentre la Coppa Volpi femminile è andata a Vanessa Kirby per Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó.

Il premio per la miglior sceneggiatura è andata all’indiano The Disciple di Chaitanya Tamhane; mentre il giovanissimo Rouhollah Zamani di I figli del sole di Majid Majidi ha vinto il premio Mastroianni per gli attori emergenti.

Un altro importante premio all’Italia è stato nella categoria Orizzonti per I predatori di Pietro Castellitto, che ha trionfato per la miglior sceneggiatura.

Il miglior film di Orizzonti è stato l’iraniano The Wasteland di Ahmad Bahrami, mentre il miglior regista è il filippino Lav Diaz con Genus Pan.

Infine Listen della regista portoghese Ana Roucha de Sousa ha ottenuto sia il Premio Speciale della Giuria di Orizzonti che il premio come miglior opera prima dell’intero cartellone.