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Una voce che ha segnato per sempre il Novecento nell’opera lirica…

Maria Callas, regina indiscussa della lirica detta Diva, Divina o Dea, nacque il 2 dicembre 1923 a New York nella Fifth Avenue, dove abitavano i genitori, Georges Kalogheropoulos ed Evangelia Dimitriadis, di origine greca.

La sua infanzia fu tranquilla, come quella di molte bambine della sua età, anche se la sorella maggiore, Jakinthy detta Jackie, rimaneva la prediletta in famiglia.

Jackie godeva di ogni privilegio, come quello di prendere lezioni di canto e pianoforte, che Maria era costretta solo ad ascoltare da dietro la porta, ma riusciva a imparare subito quello che la sorella apprendeva con tanta difficoltà.

Non a caso, a soli undici anni Maria partecipò alla trasmissione radiofonica L’ora del dilettante, cantando La Paloma e vincendo il secondo premio.

Maria coltivò la passione per il bel canto anche quando la madre, dopo il divorzio, decise di ritornare in Grecia, portandola con sé.

Nel 1937 entrò al Conservatorio di Atene e, contemporaneamente, si perfezionò nel greco e nel francese tra i drammi dell’occupazione e della fame, e successivamente nella conquista, dopo la guerra, della libertà, di un’esistenza tranquilla e agiata.

I primi successi furono proprio in Grecia con Cavalleria Rusticana nel ruolo di Santuzza e poi Tosca, suo cavallo di battaglia.

La Callas, poco tempo dopo, raggiunse New York per rivedere il padre, ma il 27 giugno 1947 si diresse verso l’Italia, con 50 dollari in tasca e pochi vestiti, assieme a Luisa Bagarotzy, moglie di un impresario americano, e il cantante Nicola Rossi-Lemeni.

A Verona Maria Callas conobbe Giovanni Battista Meneghini, amante delle opere d’arte e della buona tavola, che sposò il 21 aprile 1949.

L’Italia portò fortuna alla giovane soprano e Verona, Milano e Venezia ebbero il privilegio di sentire le sue Gioconda, Tristano e Isotta, Norma, I Puritani, Aida, I Vespri siciliani, Il Trovatore e così via.

Maria strinse amicizie fondamentali per la sua carriera e per la sua vita con Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala, Wally e Arturo Toscanini, che rimase stupito e meravigliato dalla voce del grande soprano tanto che avrebbe voluto dirigerla nel Macbeth, ma il capolavoro verdiano non venne allestito alla Scala.

Nuovi amori, nuove passioni entrarono nella vita della Callas, come Luchino Visconti che la diresse a Milano, nel 1954, nella Vestale di Spontini, Pasolini, Zeffirelli e Giuseppe di Stefano.

La Callas nel 1959 lasciò il marito e, grazie all’amica Elsa Maxwell, miliardaria americana, conobbe l’armatore greco Aristotele Onassis, con cui visse anni di passione, di amori sfrenati, di lusso e sregolatezza.

Dopo il 1964 inizia il declino della cantante, anche perché Onassis l’abbandonò per Jacqueline Kennedy.

La voce di Maria cominciò a perdere smalto e intensità, così la Divina si rifugiò a Parigi, dove morì il 16 settembre 1977 a soli 53 anni, con accanto a lei un maggiordomo e Maria, la fedele governante.

Dopo la morte, i vestiti di Maria Callas andarono all’asta a Parigi e le ceneri vennero disperse nell’Egeo, ma resta nelle incisioni la sua voce, che diede vita in modo unico a tanti personaggi tragici e infelici.