San Sebastiano Antonello da Messina volto

Per il mondo contadino la festa di San Sebastiano, che cade il 20 gennaio, è uno dei primi passi verso la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera…

Secondo la leggenda Sebastiano, nato a Narbona nel 256, visse la sua infanzia a Milano, qui fu educato nella fede cristiana, poi si recò a Roma, dove entrò in contatto con la cerchia militare alla dipendenza degli imperatori.

Divenuto alto ufficiale dell’esercito imperiale, fu il comandante della prestigiosa prima coorte della prima legione, scelta per la difesa dell’Imperatore, dove poté sostenere i cristiani incarcerati, provvedere alla sepoltura dei martiri e diffondere il cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte.

Un giorno due giovani cristiani, Marco e Marcelliano, figli di un certo Tranquillino, furono arrestati su ordine del prefetto Cromazio, il padre fece appello a una dilazione di trenta giorni per il processo, per convincere i figli a sottrarsi alla condanna sacrificando agli dei.

I fratelli erano sul punto di cedere quando Sebastiano fece loro visita persuadendoli a perseverare nella loro fede e a superare eroicamente la morte.

Mentre dialogava, il volto del tribuno fu irradiato da una luce miracolosa che lasciò esterrefatti i presenti, tra cui Zoe, la moglie di Nicostrato, capo della cancelleria imperiale.

Il prodigio portò alla conversione di Zoe col marito Nicostrato e il cognato Castorio, il prefetto romano Cromazio e suo figlio Tiburzio.

Quando Diocleziano seppe che Sebastiano era cristiano lo condannò a morte.

Il giovane fu legato a un palo in un sito del colle Palatino, denudato, e trafitto da una marea di frecce in ogni parte del corpo e i soldati lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo affinché le sue carni cibassero le bestie selvatiche.

Ma la giovane Irene, che andò a recuperare il corpo per dargli sepoltura, si accorse che era ancora vivo, lo trasportò nella sua dimora sul Palatino e lo curò dalle ferite con pia dedizione.

Sebastiano, nonostante i suoi amici gli consigliassero di abbandonare la città, decise di proclamare la sua fede e raggiunse Diocleziano e il suo associato Massimiano, che presiedevano alle funzioni nel tempio eretto da Eliogabalo, in onore del Sole Invitto, poi dedicato a Ercole, e li rimproverò per le persecuzioni contro i cristiani.

Sorpreso alla vista del suo soldato ancora vivo, Diocleziano diede freddamente l’ordine che Sebastiano fosse flagellato a morte, castigo che fu eseguito il 20 gennaio 304 nell’ippodromo del Palatino, per poi gettarne il corpo nella Cloaca Maxima.

San Sebastiano oggi è invocato come patrono delle Confraternite di Misericordia italiane, poiché si nota in lui l’aspetto del soccorritore che interviene in favore dei martirizzati e dei sofferenti.

Nei proverbi del 20 gennaio San Sebastiàan el véen cun la néef in màan, significa che per tutto gennaio c’è da aspettarsi freddo, San Fabiàan e Sebastiàan i véen cun la viola in màan che San Sebastiano, insieme a San Fabiano, si presenta con la viola in mano, cioè con il primo caldo sole e Per San Sebastiàan vàarda ’l gràan: se pòoch te ’n vèdet, tàant ’n crèdet, dice che alla fine di gennaio il frumento cresce poco, così resisterà meglio alle gelate primaverili, sempre possibili, e assicurerà un buon raccolto.