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Fino a qualche anno fa non sapevo esistesse il borgo di Viganella, un nome davvero simpatico, ricorda quasi un personaggio delle favole.

Ma Viganella era li, in Valle Antrona, con le sue casette, i tetti grigi di pietra, la sua chiesetta, la piazza, le meridiane dipinte, le piccole stradine.

Un mondo in miniatura che sembrava vivere nel passato, un passato fatto di lavoro, di gerle portate sulle spalle, di panorami quasi incontaminati, ma bui d’inverno.

Ma un giorno Viganella è uscito dall’ombra, letteralmente uscito dall’ombra con  uno specchio che gli ha regalato il sole.

Il sole d’inverno che non lo raggiungeva, ma che ora illumina il borgo anche nei mesi più freddi.

La Valle Antrona è una delle sette valli che partono lateralmente dalla Val d’Ossola, offrendo paesaggi quasi incontaminati, tranquillità, piccoli laghi alpini, passeggiate nel verde e tra i boschi e tradizione Walser.

All’interno di questa Valle, c’è Viganella, un piccolo borgo di circa 200 persone che trovandosi in un tratto di valle particolarmente angusto, è in una posizione che dall’11 novembre al 2 febbraio, ostacola i raggi del sole.

Non stupisce che il ritorno della luce, dopo 83 giorni trascorsi senza i caldi raggi del Sole, sia celebrato dagli abitanti del paese con una grande festa, che un tempo era l’attrazione principale del borgo, ma che negli ultimi anni è stata sostituita da qualcosa di davvero unico e speciale.

Infatti, un’intuizione dell’allora sindaco Pier Franco Midali e all’architetto Giacono Bonzani, e al coinvolgimento dell’ingegner Emilio Barlocco, docente presso l’Università di Genova e titolare di un particolare brevetto industriale sull’illuminazione delle gallerie autostradali, cambiò la storia.

E così dal 2006 Viganella è balzata alle cronache nazionali e anche mondiali grazie all’innovativa risposta al problema della mancanza di luce, uno specchio solare in vetro e resina di 8 metri per 5, collocato in una zona a monte, a quasi 500 metri di dislivello dalla piazza, sull’Alpe Scagiola permette di aggirare l’ostacolo della Cresta della Colma, la montagna di oltre duemila metri che metteva in ombra Viganella, il paese che non è, anzi non era baciato dal sole.

L’impianto controllato a distanza da un computer è posto su uno stelo metallico ancorato al suolo grazie a un basamento in cemento armato.

Anche quest’anno, domenica 6 febbraio Viganella festeggerà il ritorno del sole con la Santa Messa, la benedizione della gola e delle candele.

Sarà anche allestita la pescia con l’incanto dei rami con le offerte.

Per gli abitanti di Viganella e per chi vorrà esserci portare a casa una candela e un ramno benedetti è considerato di buon auspicio per l’anno appena iniziato.