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Una storia che parte dal concetto del sublime romantico, a cavallo tra Settecento e nuovo secolo, per arrivare al colore delle avanguardie d’inizio Novecento, dalla profondità alla luce, attraverso un mondo che ha in Caspar David Friedrich e poi in Giovanni Segantini e Giovanni Giacometti, padre di Alberto, il principio e la fine.

Tutto questo è nella mostra ideata da Marco Goldin a Padova, al centro San Gaetano, fino al 5 giugno, che ha il suo punto di partenza, dopo un richiamo al tema del paesaggio in Svizzera tra la fine del Secolo dei Lumi e inizio ‘800, con un quadro strepitoso del padre del romantico nell’arte, Le bianche scogliere di Rugen, dal valore di 100 milioni di euro, e si snoda, passando per Bocklin, alla scoperta, per il grande pubblico, delle montagne dipinte da Ferdinand Hodler o, nell’ultima sala, le cinque figure femminili in abito blu di Sguardo verso l’infinito.

L’esposizione, intitolata Dai romantici a Segantini, ha come simbolo l’opera di Friedrich, dopo il via libera dei curatori, appresa su una parete, dove in alto c’è una frase di Alexander von Humboldt, tratta dal suo Diario di viaggio del 1796; mentre è da non perdere, invece, l’allestimento delle ultime due sale: una sorta di micro monografica di Hodler, della sua visione dei monti svizzeri, di quella natura, che in realtà attraversa idealmente tutte le otto sale della rassegna.

Questa di Goldin è una mostra che racconta di pittura tra Svizzera e Germania, attraversando 150 anni di arte e storia, ma ha il valore di un contesto più vasto che indaga, attraverso gli artisti ma non solo, il rapporto dell’uomo con la natura, della montagna in particolare con il cambiamento della sua essere da luogo oscuro a una realtà che si apre al turismo, si trasforma, e che diviene meta di viaggio.

L’esposizione, articolata in sezioni, è anche la prima tappa, con i dipinti provenienti dalla Fondazione Reinhart, fino ad oggi mai visti in Italia, del nuovo progetto di Goldin teso a indagare le Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento.

Tutto ciò per un ciclo di mostre che da conto della pittura in Europa in quel fondamentale periodo di cambiamento, secondo una divisione nazionale o per aree contigue.