La Fondazione MAST di Bologna fino al 3 maggio presenta Uniform into the work/out of the work, un progetto espositivo curato da Urs Stahel dedicato alle uniformi da lavoro che, con 600 scatti di grandi fotografi internazionali, mostra le tipologie di abbigliamento indossate dai lavoratori in contesti storici, sociali e professionali differenti.

Nate per distinguere chi le indossa, le uniformi dimostrano l’appartenenza a una categoria, a un ordinamento o a un corpo e possono evidenziare la separazione dalla collettività di chi le porta.

La mostra è un viaggio tra le uniformi, con le casacche da lavoro fotografate da Graciela Iturbide, i grembiuli protagonisti dei piccoli mestieri del pescivendolo e dei macellai, le tute degli scaricatori di carbone nel porto de L’Avana ritratti da Walker Evans, gli abiti dei contadini negli scatti a colori di Albert Tübke, le tute da lavoro delle operaie nelle officine di montaggio della Fiat, a Torino, nelle fotografie di Paola Agosti.

Nelle immagini di Barbara Davatz gli abiti da lavoro dei collaboratori di una piccola fabbrica svizzera sono in parallelo con le uniformi degli apprendisti del più grande rivenditore di generi alimentari Migros della Svizzera fotografati da Marianne Müller, i colletti bianchi di Florian Van Roekel fungono da contrappunto alle tute nere dei minatori nelle foto del cinese Song Chao e alle lavoratrici di una fabbrica di abbigliamento immortalate da Helga Paris.

L’abito non rispecchia solo la diversa occupazione, ma indica la distinzione di classe e di status come il grande Ritratto di gruppo dei dirigenti di una multinazionale di Clegg & Guttmann dove la luce illumina solo i volti, le mani e i triangoli sfolgoranti formati dai risvolti, dalle camicie bianche e dalle cravatte.

La mostra monografica del fotografo americano Walead Beshty, Ritratti industriali, allestita nella Gallery/Foyer, raccoglie invece 364 ritratti, suddivisi in sette gruppi di 52 fotografie ciascuno: artisti, collezionisti, curatori, galleristi, tecnici, altri professionisti, direttori e operatori di istituzioni museali, persone con cui l’artista è entrato in contatto nel suo ambiente di lavoro, mentre realizzava la sua arte o preparava le mostre.

Nel corso di dodici anni Beshty ha fotografato circa 1400 persone con una macchina di piccolo formato e pellicola analogica di 36 mm in bianco e nero e per la mostra al MAST ne sono stati selezionati 364.

I ritratti di Beshty evidenziano la riluttanza dei protagonisti per l’abbigliamento professionale, dove non bisogna apparire uniformati, con il rischio però che questa definizione in negativo si riveli nuovamente, per tutti quelli che operano in quell’ambiente e, malgrado lo sforzo con cui ogni singolo individuo ritratto mira a mostrare una presenza e un’immagine unica, personale e originale,

i protagonisti restano dipendenti dal contesto, prigionieri del loro atteggiamento individualistico.

Orari:Martedì – Domenica 10.00 – 19.00

L’ingresso è gratuito.