Simbolo della fede nel cuore del Piemonte, il Sacro Monte di Crea ha una storia lunghissima, che l’ha portato a diventare parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco.

La costruzione del Sacro Monte di Crea cominciò nel 1589 per volere del priore di Crea, Padre Costantino Massino, originario di Vercelli, per affiancare al santuario del periodo romanico, una città dello spirito allo scopo di raccontare la vita di Maria.

Le prime cappelle a essere costruite furono quelle della natività di Maria, proprio di fronte alla chiesa, e la presentazione di Maria al tempio.

Il progetto originario prevedeva la costruzione di 18 cappelle, ma all’ inizio del Seicento Padre Tommaso Piolatto ampliò il progetto fino al notevole numero di 40 cappelle.

Ma per il Sacro Monte una serie di eventi, come le guerre di successione del Monferrato e la soppressione degli ordini religiosi sotto la dominazione napoleonica, portarono a un lungo periodo di saccheggi e abbandono.

Solo nel 1859 iniziarono vari interventi di restauro, che andarono dal consolidamento degli edifici esistenti all’edificazione di nuovi.

La Via Sacra giunta ai giorni nostri comprende 23 cappelle e 5 romitori, una serie di luoghi di preghiera dedicati ad un santo.

La chiesa del Santuario, di origine romanica e dedicata a Maria Assunta, fu ampliata nel 1483 dal Marchese di Monferrato Guglielmo Paleologo, e nel periodo dal 1608  al 1612 dai Lateranensi, mentre la facciata subì rimaneggiamenti nel 1735, fra il 1890 e il 1913 e infine nel 1953.

all’interno, a tre navate, ci sono la Madonna con Bambino e Santi, tavola di Macrino d’Alba del 1503, il ciclo di affreschi delle Storie di Santa Margherita d’Antiochia del XV secolo, attribuito a Francesco Spanzotti, fratello del pittore Martino, l’effige della Vergine, una statua lignea del XIII secolo, la vasta raccolta di ex voto,  la Via Crucis e gli amboni di Luigi Bagna.

Il Sacro Monte, con le sue 23 cappelle e i 5 romitori, vide nel secolo alternarsi alla realizzazione dei gruppi statuari in terracotta policroma e dei dipinti che decorano le cappelle nomi come Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, Giovanni e Nicola Wespin, noti come i Tabachetti, G.B. della Rovere o il Fiamminghino, Giorgio Alberini, Veglia d’Asti e i Prestinari.

Dall’Ottocento fino ai primi anni del Novecento lavorarono al Sacro Monte artisti come Bistolfi, Brilla, Maggi, Latini, Morgari, Capra, Caironi e Loverini.

I Romitori, che si trovano sulla Via del Ritorno, hanno una serie di dipinti con i momenti di ascesi mistica delle figure dei Santi cui sono dedicati, mentre i nomi dei paesi riportati nei riquadri collocati sulle facciate delle Cappelle corrispondono alle Comunità del Piemonte che contribuirono, nel corso dell’Ottocento, al loro restauro.