In provincia di Asti si trova l’incantevole borgo di Portacomaro, ricco di storie tutte da raccontare, oggi come ieri…

Le origini di Portacomaro sono avvolte nella leggenda, infatti si dice che fu la Gens Comara, una ricca famiglia romana, a dare il nome al paese, all’inizio solo un piccolo accampamento militare nel cuore della Gallia.

Il primo documento che cita Portacomaro risale al 927 ed è una cessione di beni tra il diacono Abelardo ed il notaio Litone.

Nel 1054 sono nominati i vigneti presenti nella zona di Portacomaro, come parte di una cessione a Berno del fu Martino di una vigna situata in Cortecomaro da parte di Giovanni Ingelberto. Portacomaro, al contrario di molti paesi vicini, non ebbe un vero e proprio castello, ma Federico Barbarossa lo elesse come suo quartiere generale e domicilio durante l’assedio di Asti.

Il 20 ottobre 1387 tutti i capifamiglia del paese in piazza giurarono solennemente fedeltà al casato degli Orleans, poiché il paese era stato portato in dote da Valentina Visconti al suo sposo Louis de Beaumont, Duca d’Orleans, Conte di Valois, figlio di Carlo V, re di Francia.

Nel 1414 il paese fu depredato da Compagnie di ventura e semidistrutto.
Di Portacomaro i documenti tornano a parlare solo nel 1837, quando, per decisione di Carlo Alberto, Re di Sardegna, al paese fu accorpato il comune di Migliandolo.

Ha inizio un periodo di prosperità per il borgo, dove la coltura della vite si unì a un lungo attivo commercio delle uve e del vino locale.

Il 22 agosto 1922, alle Olimpiadi di Anversa, tra i 47 atleti della maratona, dove arrivò primo Hannes Kolemainen e secondo Peterson Biomeman, il terzo fu Valerio Arri di Portacomaro che, terminata la massacrante gara, si esibì in alcuni esercizi ginnici per dimostrare la forza del suo fisico, suscitando non solo l’entusiasmo del pubblico ma anche l’ammirazione del barone De Coubertin che volle premiare l’atleta con una coppa speciale.

Nel 1957 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi concesse al Comune di Portacomaro il Gonfalone e lo Stemma.

Dal 1973 la Denominazione di Origine Controllata al Grignolino d’Asti vede Portacomaro come il Comune di riferimento per la zona di produzione.

Una caratteristica di Portacomaro è il Ricetto, risalente al X°-XI° secolo, edificato per proteggere le case, i magazzini, i granai e gli edifici più importanti del paese.

Per secoli il Ricetto fu il rifugio degli abitanti in tempo di guerra e il centro del potere religioso e civile, ed era sopraelevato di una decina di metri sul livello della piazza Marconi.

Il Ricetto è stato ricavato mediante un parziale taglio della cima della collina, successivamente rivestita da muri in mattoni, ed è costituta da un blocco di tufo compatto dove sono stati costruiti numerosi edifici, poi altri locali sono stati parzialmente scavati nel tufo oppure addossati.
Un tempo il Ricetto non era circondato dalle mura e il terrapieno inoltre esercitava una notevole pressione sui muri ed erano all’ordine del giorno crepe, rigonfiamenti e crolli.