Nei pressi di Valeggio sul Mincio, vicino a Verona, il Parco Giardino Sigurtà, tra i suoi mille fiori, ha una storia tutta da raccontare, che parte il 14 maggio 1407, quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò questa proprietà che al tempo era una fattoria con un piccolo giardino, adiacente alla casa principale.

Fu nel 1417 che il nobile Contarini fece costruire, su un edificio già esistente, una Domus Magna, caratterizzata da uno stabile principale, dove viveva la famiglia Contarini, e da abitazioni minori destinate ai dipendenti che lavoravano le terre.

Dopo 29 anni, i figli del nobile Gerolamo Nicolò Contarini nel 1436 vendettero la tenuta alla famiglia Guarienti che ne rimase proprietaria fino al 1616, mentre il giardino, lentamente, iniziò a ingrandirsi.

Il 1616 vide il passaggio della proprietà dalla famiglia Guarienti alla famiglia Maffei, che apportarono significativi cambiamenti alla proprietà, con una maestosa dimora, ideata da uno dei più famosi e prestigiosi architetti del tempo Vincenzo Pellesina (1637-1700), oltre all’ampliamento del piccolo giardino preesistente, grazie al Marchese Antonio Maffei (1759-1836), amante dell’arte, del bello e dei giardini, che trasformò i 22 ettari della proprietà in un giardino caratterizzato dall’accostamento di elementi naturali e artificiali, dove la natura apparentemente assume un carattere selvaggio, con un tempietto neogotico, un Castelletto del medesimo stile e la Grotta, un luogo perfetto per la conversazione, la lettura e la musica.

Nel 1836, alla morte del Marchese Antonio Maffei, la proprietà passò alla figlia Anna, moglie del Conte Filippo Nuvoloni, e nel 1859, durante le battaglie di Solferino e San Martino, giunsero al Parco gli imperatori Francesco Giuseppe I d’Austria e Napoleone III di Francia.

La famiglia Nuvoloni però trascurò il giardino, che divenne evidente quando nel 1902 Laura e Francesca, figlie di Giuseppe Nuvoloni, primogenito di Anna Maffei, divisero in due parti la superficie, poi il complesso nel 1929 venne venduto a Maria Paulon, moglie di Cesare Sangiovanni, medico del luogo, che ne fu proprietaria per dodici anni.

Nella primavera 1941 l’industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sigurtà acquistò da Maria Paulon il terreno e iniziò la grandiosa opera di riqualificazione del parco e, grazie a una multa di 15 lire, scoprì di avere il diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio, possibilità del tutto dimenticata dai predecessori.

Con l’irrigazione iniziò la trasformazione delle ormai aride colline moreniche della valle del Mincio e vennero ristrutturati l’Eremo, il Castelletto e la Grotta Votiva, con lo scopo di mantenere il giardino storico ottocentesco tanto amato dal Marchese Maffei.

Ad aiutare Giuseppe Sigurtà in questa magnifica opera ci fu il nipote Enzo, professore universitario e psichiatra.

Oggi i figli di Enzo, Magda e Giuseppe, continuano a far conoscere questo tesoro verde, proseguendo il lavoro svolto dal bisnonno e ogni anno, da marzo a novembre, migliaia di visitatori visitano il Parco per godere dell’incantevole paradiso terrestre che si è preservato nella storia e che viene conservato giorno dopo giorno.