Go è un antico gioco asiatico, noto in Cina col nome di Weiqi e in Corea come Baduk, ma poi con il passar del tempo divenne uno dei simboli del Giappone antico e moderno…

Il gioco del Go nacque in Cina 4000 anni fa, ed era legato ad antiche pratiche divinatorie, poi si diffuse fra la classe dei letterati funzionari come gioco di strategia e raffinata metafora dell’equilibrio delle forze naturali.

In Giappone il Go arrivò nell’ottavo secolo d.C., quando sulla spinta dell’espansione dell’influenza culturale cinese in Asia giunse in Corea, dove aveva il nome di Baduk, per poi arrivare tra le isole nipponiche.

Da allora il Go fu molto giocato all’interno della corte giapponese e poi presso la nobiltà, dove divenne il gioco da tavolo per eccellenza, anche presso il clero buddista e shintoista, nonché tra i guerrieri samurai.

Nichiren, fondatore dell’omonima setta buddista, era uno dei migliori giocatori del suo tempo di go ed esistono alcune partite registrate di quell’epoca, anche se non c’è molto consenso sulla loro autenticità. Da queste partite pare che il gioco fosse interpretato con molta più aggressività rispetto a ora, e non ci si stupisce che fosse il passatempo preferito dai samurai tra una battaglia e l’altra.

Attualmente il Go giapponese è organizzato in sette tornei principali, tra cui ne spiccano tre per prestigio ed entità dei premi, il Kisei, il cui vincitore guadagna una borsa di quasi un miliardo di lire, l’Honinbo e il Meijin.

E’ un gioco dalle regole semplici, ma dalla strategia molto più complessa.

La tavola da gioco, detta goban, è un reticolo di 19 righe orizzontali e 19 verticali, che rappresenta il mondo circondato dall’oceano, e all’inizio della partita è vuoto.

Quando i due giocatori, che sono il bianco e nero, iniziano la partita, depongono a turno le loro pedine su un incrocio vuoto del reticolo, dando il via alla corsa alla colonizzazione del mondo, dove le pietre sono posti di frontiera che non possono più essere spostati una volta collocati.

Le pietre di un giocatore collaborano a formare i confini dei territori, gli stati, le nazioni. Dove alla fine sarà diviso il goban.

Nonostante la staticità, il Go è un gioco molto dinamico e le fasi della partita rispecchiano un combattimento a larga scala, si parte con il consolidamento delle basi per poi espandersi, tra battaglie, accerchiamenti e catture, scambi di territorio, invasioni e ritirate, astuzie tattiche e decisioni strategiche, fino ad arrivare al consolidamento dei territori.

Alla fine il vincitore non è chi ha annientato l’avversario, ma chi è riuscito a formare territori più ampi, infatti, il Go è un gioco che premia l’equilibrio e chi si sbilancia cercando la pura distruzione dell’avversario dovrà pagare un prezzo più alto in altre zone del goban, compromettendo la partita. Le regole base sono poche e semplici, ma per giocare bene occorre uno studio approfondito dei principi che sottostanno al gioco, poi si può continuare a migliorare la propria tattica di gioco per tutta la vita.